Agrigento

Tangenti al Comune di Campobello: per Nigro e La Mendola giudizio immediato (vd)

Non ci sarà udienza preliminare ma si andrà dritti a processo.

Il pm Carlo Ciinque, della Procura della Repubblica di Agrigento, aveva, nel novembre scorso, infatti chiesto il giudizio immediato nei confronti del dipendente del Comune di Campobello di Licata, Francesco Gioacchino La Mendola, 48 anni, e del funzionario del settore ambiente, Giuseppe Nigro, 48 anni,  arrestati nei mesi scorsi, dai carabinieri del Reparto operativo Agrigento guidati dal colonnello Rodrigo Micucci e dal capitano Luca Armao, in flagranza di reato, per concussione in concorso.

Ed il Gip Alessandra Vella, ha disposto il giudizio immediato. Il processo verrà celebrato il prossimo 26 febbraio dai giudici della seconda sezione del Tribunale penale di Agrigento.

L’inchiesta, nacque dalla denuncia dei titolari della ditta Omnia srl che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali, amianto in particolar modo, che ha messo nero su bianco di avere ricevuto da La Mendola la richiesta di una tangente, per un importo di 3 mila euro, se non voleva vedersi bloccare i pagamenti per l’appalto che stava svolgendo per conto dell’ente.

La Mendola – subito dopo l’arresto avvenuto a Piano Bugiades a Licata dove sarebbe stato bloccato dopo aver intascato la busta con i soldi – avrebbe confessato tirando in ballo il dirigente del settore ambiente, dicendo che la tangente l’avrebbe dovuta spartire con lui. I carabinieri hanno sequestrato in Comune i pc dei due impiegati, che hanno nominato come difensori gli avvocati Angelo Balsamo e Salvatore Manganello.

E se La Mendola accusa Nigro, quest’ultimo accusa La Mendola. Interrogato dal Gip, Alfonso Malato, il dirigente comunale non ha esitato a definire millantatore il suo sottoposto negando ogni coinvolgimento con la vicenda tangentizia.

Attualmente i due sono posti agli arresti domiciliari dopo che il Tribunale del Risame di Palermo ha confermato la misura cautelare emessa dal gip nei loro confronti.

La richiesta del giudizio immediato da parte del pm Carlo Cinque è motivata dal fatto che secondo quest’ultimo la prova a carico dei due indagati è “evidente”. Ricevuta la segnalazione da parte dei titolari della Omnia srl, le forze dell’ordine hanno filmato la fase della consegna dei soldi grazie alla collaborazione di uno dei titolari che è stato microfonato e indossava una video-camera. E così la consegna di 3000 euro di tangente è diventata film nonchè, per l’accusa,  prova inoppugnabile.