Agrigento

Vultur, il neo collaboratore Quaranta irrompe nel processo: depositati tre nuovi verbali

E’ durata quasi due ore l’audizione di Vincenzo Meli, unico fra gli imputati a non volersi avvalere della facoltà di non rispondere, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antimafia “Vultur”, eseguita dalla Squadra Mobile di Agrigento agli ordini di Giovanni Minardi, nell’estate 2016. A processo, con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione, ci sono anche Rosario Meli, padre di Vincenzo ritenuto dagli inquirenti il capo della famiglia di Camastra, Calogero Piombo, proprietario di una tabaccheria in paese, e Calogero Di Caro, di Canicattì.

Davanti al collegio presieduto dalla d.ssa Luisa Turco (a latere i giudici Rosanna Croce ed Enzo Ricotta) Meli jr. ha risposto alle domande dei difensori – fra gli altri gli avvocati Angela Porcello, Giovanni Castronovo, Giuseppe Barba, Lillo Fiorello – e al contro esame effettuato dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Alessia Sinatra, ripercorrendo e ricostruendo episodi che stanno alla base degli atti di accusa. Nega le estorsioni ai danni dell’agenzia funebre dei titolari Vincenzo De Marco e Bruno Forti (parti civili nel processo): “Li conosco in quanto paesani. Non ho mai avuto a che fare con l’agenzia funebre, se ne occupava mio fratello. Con la famiglia Casuccio (moglie di De Marco) ho buoni rapporti.

Riferisce anche in merito ad alcuni attentati intimidatori nei confronti di De Marco e Forti: “Forti mi ha riferito di avere il sospetto che ad incendiare le auto fosse stato il suo socio.” Infine la politica. E’ notizia di questi giorni il provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri che ha sciolto il Consiglio Comunale di Camastra per “ingerenze con la criminalità organizzata”. Secondo gli inquirenti, infatti, i Meli avrebbero condizionato la campagna elettorale in favore dell’attuale sindaco Angelo Cascià facendo pressioni sull’ex candidato sindaco Gaetano Provenzani e su alcuni aspiranti consiglieri: “La politica non mi è mai interessata – ha riferito Meli – conosco il sindaco Cascià ma non l’ho mai appoggiato politicamente. Provenzani lo conosco da quando eravamo ragazzi, siamo andati anche a cenare una volta a Favara e mi chiese di dargli una mano ma ho rifiutato.”

Proprio al termine dell’escussione dell’imputato il pubblico ministero ha introdotto il vero elemento di novità di oggi: il neo collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, arrestato nel blitz Montagna, irrompe nel processo “Vultur”. Ci sono tre nuovi verbali (del 29 gennaio, 16 marzo e 17 marzo) e, nell’udienza interlocutoria del 16 maggio, si stabiliranno i criteri con cui verrà ascoltato Quaranta (se in video conferenza o dal vivo).