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Le paure dell’avvocato Marcatajo: “Mi ammazzeranno”

“… Mi ammazzeranno…”. Marcello Marcatajo, l’avvocato civilista palermitano di 69 anni arrestato all’alba di oggi con l’accusa di essersi messo a disposizione di Cosa nostra, aveva paura di essere ucciso dai suoi stessi soci in affari, i Graziano, della omonima famiglia mafiosa dell’Arenella. E’ quanto emerge da una delle numerose intercettazioni ambientali registrate dagli investigatori della Polizia valutaria della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno condotto l’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo. Durante un colloquio con un collega, Giandomenico Bondì, si sfoga e racconta le sue paure. Tutto gira attorno a un affare immobiliare eseguito con la società I.G.M srl, di cui era il titolare. Una società ritenuta dagli inquirenti un vero e proprio “salvadanaio di Cosa nostra” perché “raccoglieva i proventi delle attività delittuose compiute dalla famiglia mafiosa dell’Acquasanta”. In particolare, l’avvocato Marcatajo confida a Bondì di avere “dato delle somme di denaro a Francesco Graziano”, arrestato oggi nell’operazione antimafia ‘Cicero’, “che, anziché utilizzarle con i propri familiari – dice il gip nell’ordinanza cautelare – le avrebbe adoperate, per quanto a sua conoscenza, per fini personali all’insaputa dei primi due. Per questi fatti, lo stesso teme che i congiunti di Francesco Graziano, Vincenzo ed Angelo, possano rivendicare la partecipazione agli utili che il professionista, alla luce di conteggi effettuati con l’ingegnere Francesco Cuccio (arrestato oggi ndr), teme di non potere corrispondere senza pregiudicare la regolare esecuzione dei lavori. Anche perché, precisa Marcatajo, alcuni immobili sarebbero stati promessi in vendita a un prezzo inferiore a quello inizialmente stimato”. La Finanza ha perquisito lo studio dell’avvocato Marcello Marcatajo arrestato, questa mattina, con le accuse di riciclaggio, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali illeciti e peculato, reati aggravati dall’avere agevolato Cosa nostra. Alla perquisizione, come prescrive la legge, ha presenziato un rappresentante del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati palermitani. Le Fiamme Gialle, che oltre a Marcatajo hanno arrestato 8 persone, hanno sequestrato personal computer, documenti e una pistola a tamburo da collezione non denunciata.