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Pm Teresi: “Mafia militare indebolita non quella politica e degli affari”

L’operazione ‘Cicero’ della Guardia di Finanza di Palermo che all’alba di oggi ha portato all’arresto di nove persone, tra cui il noto avvocato civilista, accusato di riciclaggio, “ha preso le mosse dall’indagine della Dda denominata ‘Apocalisse’, perché al seguito delle perquisizioni effettuate vennero rinvenuti appunti di grandissimo rilievo che andavano analizzati e capiti. Questo è stato il compito della Valutaria, che ha avuto una lettura intelligente dei documenti”. Così il Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, commentando gli arresti di oggi.

“Poi sono anche intervenute le dichiarazioni di Vito Galatolo che ha indicato la fascia dei professionisti di cui si avvalevano le famiglie mafiose dell’Acquasanta – dice ancora – La lettura armonica di questi elementi ci ha consentito di individuare questi reati contestati”. L’avvocato Marcella Marcatajo, arrestato con il figlio Giorgio, secondo gli investigatori svolgeva un’attività “che riguarda la fittizia intestazione di alcune aziende, come la Igm srl di proprietà dei Graziano, le cui quote vennero prima intestate a Ignazio Misseri e poi ai Marcatajo, padre e figlio. Questa azienda che si occupa di attività edile si è occupata della realizzazione di un appalto da 30 villette a Marino (Roma)”, spiega ancora il Procuratore Teresi.

“I professionisti che favoriscono Cosa Nostra e con le loro azioni consentono alla mafia di delinquere non hanno più alibi e devono essere consapevoli delle loro enormi responsabilità”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, commentando il blitz della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di nove persone, tra cui un noto avvocato palermitano, Marcello Marcatajo, e l’ingegnere Francesco Cuccio. Marcatajo sarebbe stato “consulente economico” della cosca dell’ex boss Galatolo e ne avrebbe gestito gli affari immobiliari. “Se è vero che la mafia militare è indebolita – ha aggiunto Teresi – non si può dire altrettanto del livello economico e politico, che è sempre più forte”.

“L’indagine di oggi – ha detto il comandante del nucleo speciale di polizia valutaria della Finanza, Giuseppe Bottillo – ha disvelato il ruolo dei professionisti che, da meri prestanome, sono diventati organici a Cosa Nostra, scegliendo di delinquere e adoperarsi per il sodalizio mafioso”.

“Le attività investigative questa volta – confermano le Fiamme gialle – hanno disvelato i legami fra criminalità organizzata e colletti bianchi, uniti dal fine comune di concludere affari e arricchirsi, anche avvalendosi, all’occorrenza, di metodi prettamente mafiosi”.

L’operazione Cicero è “particolarmente significativa per più aspetti”. Lo ha detto il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, in audizione oggi in Commissione parlamentare Antimafia. Si tratta di una indagine significativa, secondo Lo Voi, non solo percheè “ha colpito il patrimonio di un gruppo mafioso facente capo alle famiglie Graziano e Galatolo”, ma anche perchè “ha toccato alcuni soggetti appartenenti al mondo delle professioni, in particolare un avvocato e un ingegnere che si sono prestati, secondo la tesi dell’accusa, a riciclare gli enormi capitali prodotti da quelle famiglie, a intestarsi fittiziamente i beni appartenenti a alcuni componenti di quelle famiglie e quindi anche a favorire l’occultamento di questi beni compiendo una serie di operazioni finanziarie che hanno necessità di essere svolte ed eseguite da persone non note negli ambienti mafiose ma che appartengono al mondo delle professioni”. “E’ un settore sul quale – ha proseguito Lo Voi – io personalmente ho ritenuto di dover investire le migliori energie perchè non siamo più ai tempi in cui il reinvestimento delle ricchezze avveniva con l’acquisto di terreni o fabbricati: è un periodo in cui c’è necessità che determinate attività illecite vengano svolte col contributo di professionisti e commercialisti, ingegneri, avvocati, esperti in transazioni che possano consentire l’occultamento, il riciclaggio e il reinvestimento”.

Continua  il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi: “C’è da segnalare anche perchè è vero che intervengono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Galatolo ma in realtà non vengono usate come spunto da cui far partire le indagini ma a riscontro di indagini già avviate dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza”.

La Guardia di Finanza, ha spiegato Lo Voi, “Ha svolto una attività di altissimo livello che, dopo gli accertamenti, ha visto confermati i risultati dalle affermazioni di Galatolo”. “Ciò – ha concluso Lo Voi – conferma la capacità elevatissima raggiunta dalle forze di polizia che sono in grado di individuare e accertare i reati. Siamo in una fase iniziale, vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda processuale”, ha precisato. “Nel 2015 sono stati iscritti 260 nuovi provvedimenti per reati competenza della Dda e sottoposti ad indagine 1658 persone. E’ stata ridotta la pendenza – ha concluso Lo Voi – in quanto a fronte di 3772 soggetti iscritti e pendenti al 31 dicembre 2014, alla data del 31 dicembre del 2015, i soggetti sono 3216″.