Da Licata una torta in faccia per il boss Matteo Messina Denaro

La torta in faccia a Matteo Messina Denaro

Una torta in faccia al boss Matteo Messina Denaro per “festeggiare” il suo compleanno. Così l’associazione teatrale “Il dilemma” ha voluto rappresentare, dissacrando, il capomafia latitante da molti, troppi anni.

L’occasione è stata colta al volo nell’ambito di un dibattito organizzato dall’associazione “A testa alta” svoltosi a Licata dedicato alla gestione dei beni confiscati, alla poca trasparenza dei Comuni e alla difficoltà ad utilizzarli. A parlarne, alteatro comunale “Re Grillo”, Giovanni Lo Iacono, presidente della Cooperativa sociale “Rosario Livatino” di Naro, il sostituto procuratore di Agrigento Salvatore Vella ed il direttore di Grandangolo, Franco Castaldo nonché il moderatore del dibattito, Fabio Russello, giornalista de “La Sicilia”.

Beni confiscati, dibattito a Licata: gli intervenuti

Serratissimo il dibattito, anche grazie al contributo del pubblico presente, che ha avuto anche il contributo del senatore Francesco Campanella (SI) appositamente venuto a Licata.

L’associazione a Testa Alta con un docu-film ha rivelato le anomalie e le ombre che ostacolano in tutta la provincia di Agrigento il passaggio all’ultima fase del processo di restituzione alla collettività dei beni confiscati alla mafia, soprattutto a causa dell’inadempimento da parte dei Comuni degli obblighi di trasparenza, ricchezze sottratte ai mafiosi lasciate da decenni in stato di abbandono, appartamenti e terreni tolti alla mafia non utilizzati secondo le finalità di legge o abusivamente occupati da terzi.

Proprio in queste ore il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, è intervenuto sollecitando i comuni a provvedere ad inserire nei siti istituzionali l’elenco esatto dei beni acquisiti mentre comincia a prendere corpo l’ipotesi secondo la quale, come avvenuto per le demolizioni delle case abusive, a “costringere” le amministrazioni comunali potrebbe essere l’intervento diretto della Procura della Repubblica di Agrigento.

“Alla denuncia – ha spiegato Antonino Catania dell’associazione a Testa Alta – si accompagna la proposta. La confisca dei beni e il loro riutilizzo in favore della collettività hanno in sé un valore simbolico forte e rappresentano una concreta occasione di creare lavoro e sviluppo. È uno spreco di opportunità che davvero non possiamo permetterci”.

Assente alla manifestazione, Pino Maniaci, direttore dell’emittente tv Telejato, ritenuta una delle frontiere dell’informazioni antimafia, coinvolto in una brutta vicenda giudiziaria, il quale però è intervenuto con un video appositamente registrato con il quale corregge il tiro sui magistrati di Palermo che lo stanno indagando per estorsione. Il messaggio è stato inviato all’associazione ‘A Testa Alta’ che lo ha mostrato in sala.