Annullata la condanna (21 anni) inflitta a Giuseppina Ribisi: processo da rifare

E’ stata annullata con rinvio ad altra sezione di Corte d’appello, la condanna a 21 anni di carcere inflitta a Giuseppina Ribisi, 44 anni, di Palma di Montechiaro, accusata, assieme al figlio, dell’omicidio del cognato Damiano Cavarotta, 26 anni, ucciso a colpi di pistola.

La decisione è identica alla testi prospettata dal procuratore generale Francesco Iacoviello che ha sollecitato il nuovo processo per la donna tenendo presente che bisogna distinguere le condotte dei due protagonisti della vicenda, ossia la stessa Giuseppina Ribisi e quella del figlio, all’epoca dei fatti minorenne, che materialmente ha ucciso il Caravotta.

L’avvocato difensore della donna, Giovanni Castronovo in tutti i gradi di giudizio ha sostenuto la non responsabilità della sua assistita in relazione all’omicidio specificando che Giuseppina Ribisi non era al corrente della volontà omicidiaria del figlio minore che autonomamente si era procurato una pistola a sua insaputa e fatto fuoco.

In primo grado (23 anni di reclusione) ed in secondo grado (21 anni di carcere) tale tesi non è stata accolta dai giudici di Corte d’assise di Agrigento e Corte d’assise d’appello di Palermo.

Adesso la svolta, bisognerà rifare il processo a Giuseppina Ribisi (che non ha mai fatto un giorno di carcere). Il fatto risale al maggio 2011, quando, dopo un litigio, Damiano Caravotta, cognato della donna, venne ucciso a colpi di pistola dal figlio di quest’ultima, all’epoca minorenne, poi condannato a dieci anni di reclusione con sentenza passata in giudicato