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Omicidio Teresa e Trifone, in udienza video e i messaggi tra “Anoninmo anomimo” e la favarese

Ripreso ieri a Udine il processo a carico di Giosue’ Ruotolo, l’ex militare campano, unico imputato per l’omicidio della coppia di fidanzati, Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi a colpi di pistola nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015. L’aula ha visionato una serie di video, due i principali: quello della ricostruzione del tragitto effettuato da Giosue’ Ruotolo la sera del 17 marzo, da casa alla palestra, al parco di San Valentino e poi di nuovo verso casa; e quello che ha ripreso il percorso fatto dal runner che la sera dell’omicidio usci’ dalla palestra, incrocio’ Teresa e Trifone e dopo una quarantina di secondi, scomparso alla vista del palazzetto, udi’ gli spari. Discordi le risultanze tra accusa e difesa in particolare sui tempi e sulla presenza di Ruotolo sulla scena del delitto. L’investigatore ascoltato dalla Corte di Assise e’ stato nuovamente il maggiore dei Carabinieri Pier Luigi Grosseto, comandante del Nucleo investigativo di Pordenone. La sua testimonianza ha riguardato alcuni messaggi scambiati tra i cellulari di Giosue’ e della fidanzata Maria Rosaria Patrone ed altri scambiati sulla chat Facebook tra “Anonimo Anonimo” e Teresa Costanza. Sentito anche il comandante della Polizia Municipale in merito alle telecamere fisse e sul loro funzionamento. Prossima udienza lunedi’ 7 novembre quando saranno sentiti altri testi, tra cui uno assistito

“Due ragazzi che si preparavano per la loro vita di unione, per creare la loro famiglia. Erano felici. Lei era sempre giocosa. Qualsiasi persona di questo mondo quando è innocente lo grida, non dice mi avvalgo del diritto di non rispondere. Se è innocente che dica la verità”. Sono le parole rilasciate dal padre di Teresa Costanza a ‘La vita in diretta’ in occasione della terza udienza del terzo processo per l’omicidio dell’allora figlia 30enne e del fidanzato Trifone Ragone 28enne, uccisi a Pordenone il 17 marzo 2015 da 5 colpi di arma da fuoco. Il padre della giovane si rivolge a Giosué Ruotolo, unico indagato nel processo per duplice omicidio che si svolge presso la Corte d’assise di Udine.