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Assenteismo all’ospedale di Ribera, operazione “Ghost Rider”: 34 denunce tra medici, infermieri e personale sanitario

Trentaquattro tra medici, infermieri e personale sanitario dell’ospedale “F.lli Parlapiano” di Ribera sono stati denunciati dalla Guardia di finanza di Sciacca per assenteismo. 7 gli obblighi di firma e 27 provvedimenti di conclusione delle indagini per ipotesi di reato legate al fenomeno ai cosiddetti “furbetti del cartellino”.

I reati contestati, nell’operazione denominata “Ghost Rider”, sono truffa ai danni di un ente pubblico, ed inoltre in alcuni casi, il peculato, l’interruzione di pubblico servizio nonché reati di false certificazioni.

Tra i numerosi soggetti sottoposti ad attività investigativa, quattro rivestono anche il ruolo di consigliere comunale presso vari comuni dell’Agrigentino. Per 7 degli indagati, inoltre, il gip presso il tribunale di Sciacca ha emesso, su richiesta della Procura della Repubblica di Sciacca, altrettante ordinanze di custodia cautelare di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini, protrattesi per alcuni mesi, vedono coinvolti medici, infermieri ed ausiliari in servizio presso l’ospedale “F.lli Parlapiano” di Ribera e sono il frutto di una complessa attività investigativa, che è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca.

L’attività d’indagine ha tratto origine da un’iniziale attività informativa in materia di
assenteismo di pubblici dipendenti svolta nella parte occidentale della provincia agrigentina, la quale aveva consentito da subito di rilevare come si rendesse oltremodo necessario rivolgere l’attenzione al nosocomio di Ribera.

In particolare, all’esito di numerosi sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, svolti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Sciacca agli ordini del capitano Luigi Carluccio, quello che si è in tal modo profilato agli occhi dei finanzieri sarebbe un vero e proprio “sistema”, in cui i dipendenti pubblici avevano assunto a stile di vita comportamenti in tutto antigiuridici, costituiti dalla continua falsificazione dell’attestazione circa la propria presenza sul posto di lavoro, a tutto beneficio di impegni personali e familiari svolti in modo indisturbato al di fuori del nosocomio riberese.

In particolare, l’attività d’indagine, eseguita anche tramite il ricorso alla strumentazione tecnica, ha evidenziato una vasta ed eterogenea serie di illeciti, come la timbratura “cumulativa” dei cartellini di presenza atta a “coprire” l’abituale allontanamento di dipendenti e dirigenti medici per tornare o rimanere a casa propria o, ancora, dedicarsi ad altri impegni personali o familiari.