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Agrigento, omicidio del meccanico favarese Matina: eseguiti gli esami “irripetibili”

Si sono svolti oggi gli esami “irripetibili” e accertamenti tecnici, disposti  disposti dal sostituto procuratore Matteo Delpini, sui reperti sequestrati a Giovanni Riggio, il giovane di Palermo, di 26 anni, che si è autoaccusato di aver ucciso, il 5 maggio scorso, il meccanico di Favara, Giuseppe Mattina, di 41 anni.

Gli esami sono stati effettuati nei laboratori della Polizia Scientifica di Palermo alla presenza delle parti interessate e gli esiti si conosceranno nelle prossime ore.

IL FATTO. Nella notte tra il 5 ed il 6 maggio un meccanico di 39 anni, Giuseppe Matina, chiamato da tutti Dario, favarese, viene ucciso  con almeno dieci coltellate all’interno della sua officina in contrada San Benedetto, zona industriale a nord di Agrigento. Ad ucciderlo il socio in affari, Giovanni Riggio, 29 anni, originario di Palermo ma residente a Favara. I due, dopo l’ennesimo diverbio, avrebbero cominciato a litigare pesantemente. Riggio, in preda ad un raptus, ha colpito con almeno 10 coltellate Giuseppe Matina non lasciandogli scampo. Subito dopo il brutale omicidio, Riggio è salito in auto e si è diretto verso Palermo. Lì, intorno le 3 del mattino, ha deciso di costituirsi al Commissariato di Brancaccio. Il presunto killer ha confessato il delitto consegnando anche l’arma con cui avrebbe colpito Mattina. Il 29enne, appena arrivato al Commissariato a Palermo, pare avesse ancora gli abiti sporchi di sangue. E’ stato lui a indicare il luogo del delitto.

Nei confronti di Riggio , nei giorni scorsi, era stato disposto il giudizio immediato.