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Blitz “Black cat”: summit in ospedale; Stefano Contino: favarese a capo della mafia di Cerda

I boss non vogliono più destare sospetti e per i summit prediligono luoghi all’aperto o del tutto non convenzionali. Come ad esempio all’interno di un ospedale.

Lo hanno scoperto i carabinieri nel corso dell’ operazione “Black cat” che ha portato all’arresto di 33 persone. Gli investigatori hanno filmato diversi incontri tra esponenti delle famiglie mafiose in aperta campagna, nei pressi del porto di Cefalù e perfino all’ospedale Cimino di Termini Imerese. Padrone di casa Vincenzo Calderaro, dipendente dell’ospedale, finito ai domiciliari nel corso dell’operazione.

Il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè aveva fatto già nel 2002 il nome di Calderaro. “Vincenzo Calderaro – aveva rivelato l’ex capo del mandamento di Caccamo – che lavora all’ospedale di Termini Imerese ma è di Caccamo, è vicino a me ed a Diego Guzzino ed alla sua famiglia, e faceva anche da tramite per appuntamenti”.

Al summit all’ospedale di Termini, che risale al 22 gennaio 2013, parteciparono Diego Rinella e Giuseppe Ingrao. In quell’ occasione venne ufficializzata la nomina di Diego Rinella quale capo del mandamento di Trabia. Una nomina contestata da Stefano Contino, originario di Favara e trapiantato a Cerda che affermò: “Come fanno un Capo Mandamento come a Dino”.

Nel corso degli incontri uno degli aspetti chiave era quello della riorganizzazione dei confini delle famiglie, dopo gli arresti delle ultime operazioni che avevano scompaginato Cosa nostra.

Il 21 gennaio del 2013 prima dell’incontro in ospedale c’era stato un incontro nello studio del geometra Gandolfo Maria Interbartolo a cui avevano partecipato Stefano Contino e Gaetano Muscarella.

Nel corso della conversazione emergeva che l’incarico di capofamiglia a Cerda veniva attribuito a Stefano Contino da Antonio Giovanni Maranto, quest’ultimo inoltre aveva il progetto di annettere il mandamento di Trabia a quello di San Mauro Castelverde, intendimento venuto meno dopo la nomina di Diego Rinella, sorretto da Giuseppe Ingrao e Michele Modica.

Il geometra Interbartolo nel corso della conversazione informava Contino e Muscarella che gli esponenti di Cerda avevano ottenuto l’autorizzazione da parte di Antonio Giovanni Maranto, per girare nei paesi vicini a Cerda per riprendere i contatti con quei referenti mafiosi, a Valledolmo e Montemaggiore Belsito.