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Certificavano falsi invalidi in cambio di soldi, 5 medici arrestati e uno sospeso (vd)

Certificavano falsi invalidi in cambio di soldi. Questa mattina i Carabinieri della dipendente Sezione di Polizia Giudiziaria di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa il dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di sei medici accusati concorso aggravato nei reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale. In totale sono 21 le persone indagate.

Gli arresti. Giuseppe Blancato, 69 anni (in carcere); Antonino Rizzo, 59 anni (in carcere); Sebastiano Pennisi, 58 anni (ai domiciliari); Carmelo Zaffora, 60 anni (ai domiciliari); Natalino Sambataro, 62 anni (ai domiciliari); Barbara Rotundi, 54 anni, divieto di esercitare l’esercizio della professione medica per mesi dodici. 

I soggetti destinatari della misura cautelare, medici generici e specialisti (dr. Antonino Rizzo, reumatologo e medico di medicina generale e dr. Giuseppe Blancato, medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne assolto) e alcuni di loro dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate (dr Carmelo Zaffora, psichiatra, direttore f.f. del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, dr. Sebastiano Pennisi,fisiatra, presso l’ASP di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e Filippo Emanuele Natalino Sambataro,cardiochirurgo presso la Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e Presidente del Consiglio Comunale di Paternò),  sono stati sottoposti a indagini dall’ottobre 2018  al gennaio 2020, poiché hanno realizzato un articolato quanto fraudolento sistema criminale diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento e/o pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto. L’impianto delinquenziale congegnato ha permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione. 

Le investigazioni, avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’INPS di Catania, hanno evidenziato le figure del dr. Rizzo e dr Blancato i quali, nel seguire  sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento  di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’ASP che dell’INPS di Catania, che avrebbero conseguentemente portato a molteplici benefici previsti dalla citata Legge, si avvalevano di una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania) che, in cambio di laute somme di denaro compilavano certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità; peraltro, gli assistiti venivano indottrinati dai predetti medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’ASP di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’INPS di Catania. Nell’insieme, l’impianto delinquenziale concepito dai dr. Blancato e Rizzo, fortificato dalle certificazioni falsificate degli specialisti compiacenti,  ha permesso a quest’ultimi di assicurarsi importanti benefici economici, nell’ordine di migliaia di euro mensili  e, conseguentemente, ai loro assistiti di ottenere importanti privilegi economici e lavorativi (pensioni privilegiate, esenzioni varie, benefici anche verso terzi congiunti ecc..). Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di complessivi 12 casi di falsi invalidi e di elementi di reità nei confronti di 21 soggetti (assistiti e altri medici), ai quali sono contestati, a vario titolo, i reati cui sopra.

Certificavano falsi invalidi in cambio di soldi, 5 medici arrestati e uno sospeso