Chiusa l’indagine “Druso” che stronca il clan Rinzivillo: canicattinesi e licatesi del blitz “Assedio” protagonisti

La Procura della Repubblica di Caltanissetta (con il sostituto procuratore Nadia Caruso) ha chiuso le indagini preliminari dell’inchiesta “Druso” che vede undici indagati.

Si tratta del troncone nisseno di una più ampia indagine che ha varcato i confini nazionali condotta anche dalla Procura della Repubblica di Roma denominata ‘Extra fines’ e che complessivamente ha portato in carcere 37 persone e che ha decimato il clan mafioso Rinzivillo di Gela.

Il troncone nisseno dell’inchiesta vede numerosi agrigentini coinvolti, alcuni dei quali risultanmo oggi indagati ed arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Assedio” condotta dai carabinieri di Licata. Hanno ricevuto avviso di conclusione delle indagini preliminari: Salvatore Rinzivillo, Ivano Martorana, Paolo Rosa, tutti di Gela; Riccardo Ferracane, di Catania; Giuseppe Cassaro, 43 anni di Licata; Mario Cassaro, 49 anni di Ravanusa; Nicola Gueli, 37 anni di Licata; Salvatore Gueli, 44 anni di Licata; Vincenzo Spiteri, 52 anni di Licata; Gabriele Spiteri, 46 anni di Licata; Francesco  Duilio Doddo, di Milazzo.

L’inchiesta ha stroncato munifici affari illeciti che sono stati sviluppati in Sicilia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Colonia in Germania. Dalla droga sull’asse Germania-Italia alle estorsioni a Roma.

Le accuse che riguardano gli agrigentini sono queste: Giuseppe Cassaro ( indagato nell’operazione “Assedio” di Licata) partecipe, in qualità di supervisore dei fratelli Vincenzo e Gabriele Spiteri (entrambi arrestati nella recente operazione Assedio) a loro volta delegati alle operazioni di vendita delle sostanze stupefacenti in Germania per i quali fungeva da diretto referente con il capo mafia Rinzivillo; Salvatore Gueli, Nicola Gueli, Vincenzo e Gabriele Spiteri, partecipi al sodalizio. operativi in tenitorio tedesco, ove coadiuvavano direttamente e personalmente prima Paolo Rosa e, successivamente, il luogotenente Ivano Martorana, nelle diverse fasi concernenti il reperimento dello stupefacente a vantaggio dell’organizzazione. Anche incaricandosi di trafficarne quota parte in Germania.

Con l’aggravante di avere operato come associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze

stupefacenti che opera in più Stati – in Germania si approvvigiona dello stupefacente destinato alla

successiva commercializzazione, prevalentemente in territorio italiano, ma anche nello stesso territorio tedesco – che si è sviluppata e rafforzata a mezzo della collaborazione con altri gruppi criminali organizzati transnazionali, facenti capo a narcotrafficanti internazionali, quali Osman Kavac, trafficante turco e Thomas Deichner, soggetto con rapporti fiduciari con appartenenti ai cartelli del narcotraffico colombiano, risultante il contabile – in Olanda – dei narcotrafficanti colombiani. con la famiglia mafiosa della ‘ndrangheta degli Strangio e con il gruppo organizzato operante in Germania e facente capo ai canicattinesi Angelo e Calogero Migliore e Michele Laveneziana, costituente uno dei canali di rifornimento dello stupefacente.