Apertura

Cilona (Dia): “Mafia voleva creare maxi-mandamento ad Agrigento. Imprenditori non paghino il pizzo” (vd e ft)

E’ in corso di svolgimento, presso la sede della Direzione investigativa antimafia di Agrigento, la conferenza stampa che ha riguardato l’analisi e il commento  sullo stato di Cosa nostra e le organizzazioni criminali nell’agrigentino dopo la pubblicazione della seconda relazione semestrale 2017.

A parlare è Roberto Cilona, capo della locale direzione Dia che sta analizzato l’andamento del fenomeno mafioso nell’agrigentino facendo un vero e proprio bilancio.

Cilona sta toccando diversi temi, tra questi il blitz “Montagna”: “Si tratta di una particolare ed aggressiva azione di una famiglia che ruota intorno alla famiglia Fragapane, ed è proiettata alla costituzione di un maxi mandamento, non è la prima volta in Sicilia avviene una cosa del genere. Quello che si ricava da questa esperienza, che necessariamente per il controllo del territorio è molto aggressiva e ben organizzata nel richiedere le estorsioni alle imprese in determinati settori, prevalentemente quelli dell’edilizia, ma non solo. Ci svelano dei retroscena non proprio così chiari nell’immediatezza, la struttura di Cosa nostra per quanto riguarda il livello mandamentale è una struttura molto elastica, molto fluida, non bisogna più immaginare cosa nostra come verticistica e strutturata come negli anni Ottanta e Novanta, come la descrisse il primo pentito storico”.

Parlando della struttura della mafia, Cilona ha evidenziato come a differenza della mafia degli anni Ottanta, di quella mafia stragista, rispetto ad oggi c’è uno squilibrio notevole sull’aspetto militare-organizzativo, non legato alla capacità di approvvigionarsi di armi, perché le armi ci sono. Ma non per questo – dice Cilona – la mafia non è potente, specialmente ad Agrigento dove il far parte di alcuni soggetti a Cosa nostra è un senso di appartenenza ad una comunità. 

L’obiettivo degli appartenenti – continua Cilona – è quella di renderla economicamente forte per ritornare ad essere una mafia che si riorganizza dal punto di vista militare ritornando al passato.

Conferenza stampa Roberto Cilona, primo piano
Conferenza stampa Roberto Cilona, primo piano
Conferenza stampa Roberto Cilona, primo piano
Conferenza stampa Roberto Cilona
Conferenza stampa Roberto Cilona, primo piano

Cilona ha poi esortato i cittadini: “Ciascuno di noi può fare l’antimafia, mi riferisco ad ogni cittadini. Il crimine organizzato può essere combattuto con piccole azioni quotidiane. Ad esempio un ragazzo che smette di acquistare droga e così colpisce uno dei canali di approvvigionamento principali, delle mafie, smettere di giocare un circuiti legali. Gli imprenditori – continua Cilona – debbono fare una scelta di campo, riconoscere i soggetti che storicamente fanno parte di consorterie criminali e rifiutare di pagare il pizzo”.

Intervista a Roberto Cilona