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Di Gati: “Ci detti una scupitatta e murì”, così si uccideva durante la guerra di mafia

Sono intrise di sangue e omicidi le rivelazioni del pentito di mafia Maurizio Di Gati. Il racalmutese ha raccontato in pagine e pagine di verbali, delle modalità di efferati delitti che hanno insanguinato per anni la provincia agrigentina.

Parla di mandanti, di esecutori matriali, di retroscena, fa nomi e cognomi, l’ex barbiere di Racalmuto.

Uno spaccato di terrore, pistolettate e colpi di lupara che lasciano col fiato sospeso. Da Aragona a Favara, da Palma a Canicattì, da Porto Empedocle, ad Agrigento, e non solo. Uno scenario che sembra quasi una guerra, e che guerra in realtà è stata, guerra di mafia con morti sul campo di battaglia, rappresentato da strade, vicoli e piazze. Con morti, vedove, lacrime e sangue che Maurizio Di Gati conosce bene.

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