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Droga e abigeati sotto l’ala di Cosa Nostra: chiesti 20 anni di carcere per Fragapane

Venti anni e sei mesi di reclusione. A tanto ammontano gli anni di condanna che il pm della Dda di Catania Valentina Sincero, cominciando la requisitoria, ha chiesto nei confronti di Francesco Fragapane, figlio del boss Salvatore di Santa Elisabetta condannato all’ergastolo per l’omicidio del piccolo Di Matteo, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Proelio” nell’estate 2017.

E’ cominciato ieri l’atto di accusa del pubblico ministero che in questa prima udienza ha trattato soltanto alcune delle oltre quaranta posizioni che oggi sono accusate di aver dato vita ad un traffico di sostanze stupefacenti e abigeato con la regia diretta da Cosa Nostra ragusana e agrigentina.

Le indagini hanno portato alla luce un legame economico-logistico tra il clan Fragapane ed il clan Errigo. In questo rapporto si inserivano anche esponenti di alcune famiglie calabresi come Giuseppe Piccolo, Saverio Napoli e Vincenzo Politanò, operanti a Polistena, che dalla piana reggina rifornivano di cocaina la provincia di Agrigento e Ragusa.

Tra gli agrigentini, oltre Francesco Fragapane, siedono sul banco degli imputati anche le “vecchie conoscenzeRoberto Lampasona e Antonino Mangione. Le loro posizione verranno trattate il 17 dicembre, data in cui si tornerà in aula.

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