Categories: AperturaCatania

Droga, patto trafficanti Sicilia-Calabria, 21 arresti; sequestrata anche una corona (vd e ft)

La Polizia, su delega della Procura distrettuale di Catania, sta eseguendo un’ordinanza cautelare nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.


Droga, patto trafficanti Sicilia-Calabria, 21 arresti

Le indagini condotte dalla Squadra mobile etnea hanno evidenziato l’esistenza di due gruppi dediti al traffico di stupefacenti, e svelato vere e proprie ‘joint venture’ criminali tra narcotrafficanti catanesi ed esponenti delle ‘ndrine calabresi per l’approvvigionamento di cocaina, e con palermitani per l’acquisto di marijuana.

Durante l’operazione è stata sequestrata anche una corona. Accertamenti sono in corso.

Ai vertici dei due gruppi, secondo quanto emerso dall’inchiesta della Dda, ci sarebbero Carmelo Scilio, di 45 anni, che opera nel rione di San Giovanni Galermo, e Salvatore Anastasi, di 68 anni, che vive nel popolare quartiere Monte Po.

Nelle loro abitazioni la squadra mobile di Catania ha installato telecamere nascoste che hanno ripreso le attività dei due indagati.

I due gruppi, emerge dall’operazione ‘Capricornus’, seppure ‘rivali’ sul mercato del traffico, avevano in comune alcuni dei fornitori di droga. Tra questi, per la cocaina, i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, di 51 e 46 anni, dell’omonima cosca di San Luca (Reggio Calabria), nota come “Fischiante”, che delegavano le consegne a corrieri calabresi.

La marijuana invece partiva da Partinico (Palermo) e arriva a Catania affidata a fidatissimi spedizionieri.

Secondo l’accusa, Scilio e Anastasi erano dei ‘grossisti’, dei narcotrafficanti che trattavano consistenti partite di droga da vendere a spacciatori di grosso calibro che a loro volta la rivendevano a dei pusher. La ‘catena’ è stata ricostruita dalla squadra mobile di Catania che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del Gip, emessa su richiesta della Dda della locale Procura, che ha disposto il carcere per 12 indagati, quattro dei quali erano già detenuti, e i domiciliari per altri otto, tre dei quali si trovavano già in carcere per altri reati. Una persona è irreperibile.

Durante le indagini la polizia ha effettuato diversi sequestri di droga e arrestato corrieri. A casa di Scilio la polizia ha trovato una corona, simbolo per il possessore, secondo gli investigatori, della sua capacita’ di ‘regnare’ nel settore del traffico di droga.

L’inchiesta “Capricornus”, questo il nome dell’operazione della sezione antidroga della Squadra mobile – è datata ottobre 2015-giugno 2016.

Due distinti gruppi impegnati all’attivita’ di traffico di stupefacenti, mettendo in rilievo l’esistenza di consilidati patti d’affari tra narcotrafficanti catanesi ed esponenti delle ‘ndrine calabresi per l’approvvigionamento di cocaina e con riferimenti palermitani per la marijuana. In particolare, le indagini tecniche ed i sistemi di video-sorveglianza installati nei pressi dell’abitazione di Carmelo Scilio, ubicata nel rione di San Giovanni Galermo, hanno permesso di accertare l’esistenza di un gruppo organizzato che operava nel settore del narcotraffico che aveva come base logistica la sua abitazione di via Capricorno.

Contestualmente, le telecamere collocate nei pressi dell’abitazione di Salvatore Anastasi, nel rione di Monte Po, registravano il coinvolgimento suo e del figlio Massimiliano, coinvolti in un florido traffico di cocaina, in parte alimentato dagli stessi fornitori della compagine facente capo a Carmelo Scilio. La struttura organizzata da Scilio, al quale è contestato il ruolo di promotore ed organizzatore, costituiva una vera e propria associazione caratterizzata da un’attività stabile e continuativa con fornitori e acquirenti abituali. Carmelo Scilio, collaborato da Davide Marchese, Antonio Mangano e Gaetano Coppola, addetti quest’ultimi alle vendite al dettaglio della droga che prelevavano dall’abitazione di Scilio per poi distribuirla ai vari acquirenti del gruppo, poteva fare affidamento sulle forniture di cocaina garantite per il trasporto e recapito da due calabresi di Vibo Valentia, Vincenzo Lo Gatto e Domenico Prestia, per conto di altri fornitori calabresi non identificati. Le indagini nei confronti di Salvatore Anastasi, del figlio Massimiliano, di Gaetano Mirabella e del figlio Giovanni, facevano emergere che il rifornimento di cocaina era garantito dai fratelli calabresi Domenico e Francesco Mammoliti, dell’omonima cosca di San Luca (Reggio Calabria), “Fischiante”, i quali delegavano le consegne a vari corrieri calabresi. Lo stupefacente veniva consegnato direttamente presso l’abitazione di Salvatore Anastasi.

Gli arrestati condotti in carcere sono Carmelo Scilio, di 45 anni, Gaetano Coppola, di 52, Vincenzo Lo Gatto, di 38, Domenico Prestia, di 49, Salvatore Anastasi, di 68, i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, rispettivamente di 51 e 46 anni, e Mario Narduzzi, di 40. Ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state notificate ai detenuti Antonio Mangano, di 42 anni, Gaetano Mirabella, di 68, Davide Marchese, di 42, Alessandro Tomaselli, di 43. Agli arresti domiciliari sono stati posti Giorgio Freni, di 44 anni; Giuseppe Cardaciotto, di 30; Salvatore Minore, di 35, e Salvatore De Simone, di 36. Un’ordinanza di custodia ai domiciliari è stata notificata in carcere a Giovanni Mirabella, di 39 anni; Domenico Pellegrino, di 48; Vincenzo Scarfone, di 38, e a Massimo Anastasi, di 40, che già era ai domiciliari.

Uno dei destinatari del provvedimento è attualmente irreperibile.