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Favara, condannati anche in appello Calogero e Antonio Bellavia

Anche nel processo di appello trova conferma la sentenza del Gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto che aveva condannato alla pena di 3 anni e 2 mesi Calogero Bellavia e Antonio Bellavia, 29 e 46 anni, rispettivamente nipote e zio, con l’accusa di detenzione di due armi illegali.

I due furono arrestati dai carabinieri il 13 giugno 2017 quando vennero intercettati a bordo di un’automobile con due pistole: una “Taurus” e una “Smith & Wesson” con numero di matricola abraso.

Gli accertamenti effettuati sulle due pistole dai Ris di Messina aveva aperto scenari inquietanti: una delle due armi, infatti, risultò essere stata rubata a Carmelo Nicotra, il panettiere di Favara vittima di un agguato il 23 maggio da cui si salvò miracolosamente rimanendo soltanto ferito nonostante fosse stato “investito” da una pioggia di proiettili di kalashnikov.

I due Bellavia, proprio per il tentato omicidio di Nicotra, risultano indagati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo insieme ad altre tre persone di cui una, Emanuele Ferraro, ucciso l’8 marzo 2017 in pieno centro, a Favara, con colpi di pistola.

In appello, dunque, si è avuto la conferma della condanna di primo grado con leggera modifica, in meglio, per Antonino Bellavia che è stato ammesso al cosiddetto “concordato” (la garanzia di non presentare ricorso consente una lieve diminuzione della pena), con parere favorevole del pubblico ministero. Per questo motivo l’uomo ha avuto inflitti 2 anni e otto mesi di reclusione.

I due imputati sono parenti di Carmelo Bellavia, inteso “carnazza”, ucciso il 26 gennaio del 2015 con sei colpi di pistola al in un agguato stampo mafioso).