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La famiglia mafiosa di Favara, gli “uomini d’onore”, gli imprenditori “amici” e la rete di spacciatori

Il blitz antimafia “Montagna” ha, secondo gli investigatori, disarticolato alcune famiglie di Cosa nostra agrigentina e, grazie anche alle dichiarazioni del pentito favarese Giuseppe Quaranta, gli stessi investigatori avrebbero in qualche modo aggiornato la mappa delle famiglie operanti nell’agrigentino. Tra queste anche quella di Favara che, nonostante sia una delle famiglie più colpite dalle varie inchieste giudiziarie che ne hanno, nel corso del tempo, modificato gli assetti risulta avere sempre un ruolo centrale nell’intero panorama mafioso della provincia di Agrigento.

E’ una questione “storica”. Cambiano gli equilibri, cambiano i personaggi ma Favara è quel “pallino rosso” che sarà sempre indicato nelle cartine della mafia. Contrariamente a quanto emerso in passato e soprattutto nell’ambito dell’indagine del 2002 denominata “Cupola”, in cui si faceva riferimento al “mandamento” di Favara comprendente le famiglie di Favara, Racalmuto, Grotte, Comitini e Naro, nel corso dell’attività d’indagine non sono emersi sufficienti elementi in ordine alla presenza di un vero e proprio “mandamento” capace di esercitare un’influenza rilevante sulle questioni riguardanti proprio i paesi che in passato lo avevano costituito.

Altro aspetto della famiglia di Favara è la presenza al suo interno di soggetti che, seppur non ritualmente affiliati, ne favoriscono in qualche maniera l’attività criminale.

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