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Licata, ucciso lo zio a pistolettate: chiesti 18 anni di carcere per Volpe

Il sostituto procuratore della Repubblica Alessandra Russo ha chiesto la condanna a 18 anni di reclusione nei confronti del 20enne Giuseppe Volpe (difeso dagli avvocatiGaetano Timineri e Rossella Scrimali) reo confesso dell’omicidio dello zio Giacinto Marzullo, 52 anni, ucciso la sera del 18 agosto 2017  con 14 colpi di pistola in contrada Mollarella, a Licata. 

L’omicidio sarebbe maturato in un contesto familiare che di giorno in giorno peggiorava per motivi economici: Volpe, figlio della sorella della vittima, al culmine dell’ennesimo litigio per dissidi economici avrebbe estratto una pistola – legalmente detenuta – e sparato ben 14 colpi all’indirizzo di Marzullo, morto poco dopo. La Squadra Mobile di Agrigento due giorni dopo fermò Volpe che confessò quasi subito l’omicidio e dichiarò di aver gettato l’arma da fuoco in un canale per le acque reflue. 

Nella scorsa udienza c’era stato uno “scambio di vedute” sulla possibilità che Volpe – al momento dell’omicidio – fosse o meno capace di intendere e volere. Le ipotesi sostenute dai periti di parte sono entrate in netto contrasto. 

Il processo, che si svolge con il rito abbreviato, è celebrato dal giudice Francesco Provenzano. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Santo Lucia e Antonio Montana. Si torna in aula il 20 dicembre per l’arringa difensiva ed eventuale sentenza.