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Mafia, Cassazione dice no a permesso premio per Daniele Sciabica

La Corte di Cassazione dice no alla richiesta di un permesso premio inoltrata dai legali di Daniele Sciabica, oggi collaboratore di giustizia, ma in passato killer di mafia ed ex assicuratore di Agrigento. Daniele Sciabica, 58 anni, killer legato alla Stidda e al clan Grassonelli (da cui prenderà le distanze in futuro), deve scontare una pena di 20 anni di carcere  per quattro omicidi ed un tentato omicidio.

Sciabica – come scritto da Grandangolo in esclusiva nel 2014 – si è assunto la responsabilità personale di essere stato uno dei killer che ha preso parte all’uccisione di Giuseppe, Antonio, Giuseppe Messina, ossia zio, nonno e padre di Gerlandino, divenuto poi, capo assoluto di Cosa nostra agrigentina.

Sciabica si è anche auto-accusato del triplice tentato omicidio, vittima tra gli altri, Alfonso “u patataru”, avvenuto nell’86 qualche giorno dopo la strage di Porto Empedocle nella zona di Villaggio Mosè di fronte l’hotel Tre torri e persino dell’omicidio di Pietro Cusumano, un piccolo malavitoso palermitano residente ad Agrigento, trovato morto qualche chilometro prima dell’odierna zona industriale di Agrigento. L’ex assicuratore è stato condannato a  venti anni di reclusione, con doppia riduzione fra rito abbreviato e attenuanti speciali previste dalla legge sui collaboratori di giustizia.