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Mafia, c’è un nuovo pentito di Cosa Nostra: fermate cinque persone, c’è anche il figlio dell’autista di Riina (ft)

Determinanti per infliggere questo duro colpo a Cosa Nostra sono state le rivelazioni di un nuovo pentito: è’ Sergio Macaluso, anche lui finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta di dicembre scorso che ha portato in cella 25 mafiosi tra i quali Mariangela Di Trapani, moglie del boss Madonia. La donna aveva preso in mano le redini della cosca durante la detenzione al 41 bis del marito. Macaluso, che da qualche settimana riempie pagine di verbali, è ritenuto dagli inquirenti uno dei nuovi elementi di vertice dello storico mandamento mafioso di Resuttana – San Lorenzo.

Il nuovo pentito, in particolare, avrebbe dato un contributo rilevante al lavoro dei magistrati soprattutto ricostruendo i ruoli dei nuovi vertici della cosca e l’investitura di Biondino al comando del clan. Macaluso, tra l’altro, avrebbe partecipato di persona partecipato alla riunione in cui il figlio dell’ex autista di Totò Riina sarebbe stato nominato capo.

Salvatore Ariolo
Giuseppe Biondino
Ahmed Glaoui
Francesco Lo Iacono
Bartolomeo Mancuso
Il collaboratore di giustizia, Sergio Macaluso

Si stavano preparando alla fuga e per questo si è ricorsi al fermo: la Direzione Distrettuale Antimafia – con i provvedimenti a firma del procuratore Francesco Lo Voi, dell’aggiunto, Salvo De Luca e dai sostituti Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi – ha disposto il fermo per cinque persone, accusate di associazione mafiosa ed estorsione: si tratta di Giuseppe Biondino, 41 anni, figlio di Salvatore, l’autista di Totò Riina. Ufficialmente era solo il gestore di un’agenzia che si occupa di cartellonistica e pubblicità, la ‘MP’ ma secondo gli inquirenti è lui il “reggente” del mandamento di San Lorenzo ed è anche accusato di diverse estorsioni. Insieme a lui sono stati fermati Salvatore Ariolo ed il tunisino Ahmed Glaoui quali appartenenti delle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna-Mondello. Coinvolti anche Bartolomeo Mancuso e Francesco Lo Iacono (figlio di Maurizio, esponente di rilievo della famiglia di Partitico ucciso nell’ottobre 2005), 38 anni, indicato quale mandante di un grave incendio nei confronti di una concessionaria di auto di Partitico per il quale gli esecutori materiali erano già stati arrestati lo scorso 5 dicembre nell’ambito dell’operazione “Telea”. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri.

Biondino, nei mesi scorsi, aveva lasciato più volte Palermo per andare in Spagna con l’intenzione di organizzare la sua imminente latitanza. Arrestato anche Francesco Lo Iacono, altra parentela di “rango” in Cosa nostra: è il nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partitico.

E’ accusato dell’incendio di una concessionaria di auto. Si stava preparando a partire per Düsseldorf per darsi alla latitanza. In carcere anche Salvatore Ariolo e Ahmed Glaoui, accusati di mafia ed estorsione e Bartolomeo Mancuso, accusato di estorsione.