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Omicidio del favarese Sorce in Belgio, continua caccia a sospetto killer: “Ha 45-50 anni e cicatrice sulla guancia”

Esattamente un mese addietro, nel quartiere di Sclessin a Liegi, veniva ucciso con diverse raffiche di kalašnikhov Rino Sorce, (il cui vero nome è Baldassarre) ristoratore 50enne di Favara ma operativo in Belgio dove aveva un bar-ristorante-pizzeria chiamato “Grande Fratello”.
E gli investigatori d’Oltralpe sono in una fase avanzata dell’indagine. Hanno persino realizzato un identikit del killer che è stato diffuso dai media e chiedono collaborazione ai cittadini.
In un messaggio ai cittadini scrivono: “Ecco l’identikit schizzo di un sospetto avvistato vicino a luoghi pochi giorni prima dell’omicidio. Si tratta di un uomo di età compresa tra i 45 ei 50 anni, corpulento. Ha una carnagione scura, occhi scuri, capelli neri rasati e spesse sopracciglia scure. Ha la barba e una cicatrice sulla guancia sinistra. Se si riconosce questo individuo, se avete notato un comportamento sospetto vicino a luoghi del delitto o se si dispone di informazioni, si prega di contattare gli investigatori tramite il numero telefonico gratuito 080030300. La discrezione è garantita. La testimonianza può essere inviata anche via e-mail: avisderecherche@police.belgium.eu.
Nell’agguato rimase ferito anche il lavapiatti Luigi Corrado, originario di Rosolini, indicato come uomo di fiducia del Sorce.
Corrado, a differenza del suo titolare, è stato più reattivo (e sicuramente più fortunato) evitando la raffica di proiettili ma non le schegge dei vetri che lo ferirono alle gambe, alle braccia e ai piedi.
L’omicidio Sorce, così come quello di Mario Jakelich e il ferimento di Maurizio Di Stefano avvenuto nel settembre 2016, ha di fatto accelerato una stretta collaborazione fra gli inquirenti belgi e quelli agrigentini. In particolare la Squadra mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi, ha fin dalle prime battute cercato di ricostruire questo enorme puzzle che, secondo gli inquirenti, sarebbe formato da tasselli collegati tutti fra di loro.
Si insiste sulla ricostruzione di una scia di sangue che ha, appunto, origine in Belgio nel settembre 2016 e che si è dilungata fino al 10 maggio scorso, con il tentato omicidio di Carmelo Nicotra, 33 anni di Favara, in via Torino.
E mai come adesso ipotesi investigativa si è rivelata così azzeccata: Nicotra lavorava come panettiere proprio in Belgio, a Liegi, e frequentava gli ambienti favaresi che poi sono finiti al centro delle aggressioni violente. L’uomo scampato miracolosamente alla morte sino a qualche settimana fa era proprio in Belgio ed è rientrato a Favara perché si è infortunato.
Nel mezzo anche un altro di omicidio: quello di Carmelo Ciffa, 42 anni di Porto Empedocle, freddato in pieno giorno nel centralissimo Corso Vittorio a Favara, nell’ottobre 2016.
Intanto la giornalista de “lameuse.be”, Allison Mazzoccato, è riuscita ad intervistare Luigi Corrado, il lavapiatti rimasto ferito nell’agguato a Rino Sorce, che dopo un mese rompe il silenzio: “Voglio ritornare alla mia vita”.
Un’intervista di circa mezz’ora in cui la collega cerca di ricostruire – insieme all’unico sopravvissuto – la dinamica dei fatti. Non sarà facile e, come scrive la stessa giornalista, è evidente il senso di disagio psicologico, i molti “non so”, “non ricordo”.
Ancora scosso per quanto accaduto Corrado dice di non ricordare granché della sera del 3 maggio scorso: “Non ho visto niente. Lavoravo per Rino da circa un mese e, al contrario di quanto scritto dalla stampa, non sono il suo braccio destro ma semplicemente un dipendente. Sono venuto in Belgio soltanto per lavorare. Dopo la sera del 3 maggio ho perso 13 kg in una settimana e mezzo e ho iniziato una seduta da uno psicologo. Ho perso la mia forza e non riesco quasi più a mangiare. Ho un braccio ancora dolorante, spero di tornare presto alla mia vita di sempre.” Corrado ha passato un’ora in ospedale dopo l’agguato e, subito dopo, ha riferito alla polizia belga quanto ricordava.
Ma l’intricata vicenda non è finita qui.

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