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Operazione Blacksmith, cocaina distribuita in tutta la Sicilia: 19 arresti (ft e vd)

La Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione distrettuale antimafia – diretta dal Procuratore  capo della Repubblica  Lo Voi, ha eseguito 19 misure cautelari emesse dal Gip presso il Tribunale di Palermo,  nell’ambito di un’articolata attività d’indagine denominata “Blacksmith”, coordinata dal Procuratore aggiunto De Luca nei confronti dei seguenti soggetti, indagati a vario titolo per reati in materia di stupefacenti.

Gli arrestati sono Paolo Dragotto, 58 anni, Paolo Di Maggio, 35 anni, Fabio Bongiorno, 42 anni, Pietro Morvillo, 49 anni, Tommaso Marchese, 45 anni, Michele Spartico, 26 anni, Giuseppe Flandina, 45 anni, Vincenzo Paolo Flandina, 25 anni, Anthonj Basile, 28 anni, Salvatore Basile, 32 anni, Salvatore Paolo Cintura, 29 anni, Daniele Spataro, 30 anni. Ai domiciliari Giampiero Badagliacca, 39 anni, Silvana Greco, 35 anni, Giorgio Cortona, 73 anni, Vito Lo Grasso, 67 anni ed Angela Caruso, 64 anni.

L’attività nasce nel 2016 dalla precedente attività d’indagine denominata “Cinisaro” in cui era emersa la figura di Alessandro Bono, che si occupava dell’importazione di cocaina dal Sud America e, a livello locale, nella gestione della “piazza “palermitana , nonché quella di Francesco Tarantino che importava e smerciava cocaina proveniente dalla Calabria.

Partendo dai rapporti di affari illeciti intrattenuti dal Tarantino si sono sviluppate le indagini  che  consentivano di individuare Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio.

La ricostruzione dei fatti, effettuata dagli investigatori della Squadra mobile di Palermo ed accolta dal Giudice per le indagini preliminari, è la seguente:

Promotori dell’associazione a delinquere erano Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio che, impartendo precise disposizioni, organizzavano trasporti di ingenti quantitativi di droghe dalla Campania a Palermo, provvedendo anche allo stoccaggio temporaneo a Carini in un sito messo a disposizione dai fratelli Basile  e dai Flandina.

Lo stupefacente veniva fornito da Giovanni Visiello, collaborato da Savino Intagliatore, con il quale si recava in più occasioni a Palermo per tenere incontri riservati con Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio.

Il sodalizio si avvaleva della collaborazione di Pietro Morvillo, quale corriere che trasportava da Palermo alla Campania il denaro per il pagamento delle forniture di hashish e cocaina, oltre a provvedere a cessioni ai pusher. Di Maggio e Dragotto venivano collaborati da Tommaso Marchese, cassiere  dell’organizzazione e depositario del denaro provento delle cessioni di stupefacente, utilizzando l’esercizio di distributore carburanti sito in via Michelangelo dallo stesso gestito e l’abitazione dei suoceri Caruso e Lo Grasso. Partecipe del sodalizio criminale era anche il partinicese Fabio Bongiorno che oltre ad acquistare partite di stupefacente dal Di Maggio e Dragotto offriva anche marijuana coltivata dallo stesso.

Inoltre, rilevante era il ruolo di Michele Spartico che forniva stabilmente attività di supporto al Di Maggio e Dragotto, occupandosi di accompagnarli in aeroporto, di prenotare alloggi per i corrieri e fornitori di stupefacenti, partecipando a riunioni operative.

Destinatario del provvedimento di cattura è anche Daniele Spataro, collaboratore  del Francesco Tarantino, (già tratto in arresto nel settembre 2017  per reati in materia di stupefacenti ) nell’attività di spaccio al dettaglio, coadiuvato anche, per la detenzione dello stupefacente, dai coniugi Giampiero Badagliacca e Silvana Greco.  

Durante le indagini si sono effettuati i seguenti arresti e sequestri:

11 novembre 2016 arrestato il corriere  che trasportava dalla Calabria 4 kg di cocaina alienata  a Francesco Tarantino;

II 21 marzo 2017 veniva arrestato a Trapani un corriere, cui venivano sequestrati 50 kg di hashish  e 2 kg di cocaina. Lo stupefacente era stato trasportato in un camper dal Morvillo che, con l’aiuto del Bongiorno, lo cedeva all’acquirente trapanese.

Il 23.5.2017 venivano arrestati Giuseppe Flandina ed il figlio Vincenzo Paolo Flandina, cui venivano sequestrati 300 kg di hashish occultati in un’autorimessa da loro gestiti del rione Zisa. Lo stupefacente  era trasportato, nascosto fra la frutta e la verdura, in 2 viaggi con un ape porter del Cortona,  presso l’autorimessa dei Flandina. Il tutto sotto la direzione del Di Maggio e Dragotto.

Il 24.11.2017 veniva arrestato Sebastiano Pocchi che era giunto in questo capoluogo per acquistare dal Francesco Paolo Cintura 15 kg di hashish destinati alla piazza di spaccio siracusana, sottoposti a sequestro;

Il 18.1.2018 a Carini si sequestrava un ingente partita di stupefacente destinata al Dragotto e Di Maggio, quando veniva arrestato Francesco Gallo che aveva trasportato a bordo di un autoarticolato 10 kg di cocaina giungendo presso lo stabilimento di Carini dei fratelli Basile. In quella circostanza anche Intagliatore e Visiello  avevano  scortato per un lungo tratto l’autoarticolato contenente lo stupefacente, fungendo da staffetta fino a Carini. 

La successiva perquisizione presso l’abitazione dei Basile consentiva di rinvenire 1470 kg di hashish;

Il 29.6.2018 si accertava la consegna di 1000 kg di hashish  al coindagato Francesco Vitale che operava dietro le direttive del Bongiorno e del Di Maggio. Le indagini consentivano il 30 luglio 2018  di sottoporre  alla misura della  custodia in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo il  Antonino Palumbo e Sergio Compostella, autotrasportatori che avevano provveduto alla consegna dello stupefacente;

Il 13.11.2018 si sequestravano a Carini, arrestandone il custode,  altri 300 kg di stupefacenti occultati in un bancale in legno con all’interno 300 kg di hashish proveniente da Torre Annunziata e destinata al Paolo Di Maggio.

Si ricostruiva peraltro un episodio del marzo 2017 in cui Tarantino faceva da mediatore tra il suo abituale fornitore calabrese di cocaina e il Di Maggio. Il predetto fornitore giungeva in questo centro e, grazie alla  mediazione del Tarantino, acquistava dal Di Maggio 20 kg circa di hashish materialmente consegnato dal Morvillo. Dalle intercettazioni è emerso che il Di Maggio e Dragotto avevano una   forte disponibilità economica, che gli consentiva di comprare tranquillamente ingenti quantitativi di hashish.

Con il medesimo provvedimento con cui sono state applicate le odierne  misure cautelari a carico degli indagati, è stato disposto anche il sequestro di alcune attività commerciali riconducibli a componenti dell’organizzazione, tra cui un’attività commerciale di ristorazione riconducibile al Di Maggio e Dragotto, ma formalmente intestata al consociato Michele Spartico. Infine, a finire sotto sequestro, anche una villa riconducibile a Di Maggio.