Operazione Kamarina drugs, 21 arresti e perquisizioni (2 video)

Operazione Kamarina drugs, 21 arresti

Vasta operazione antidroga. Duecento i carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa impegnati nell’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip su richiesta Procura della Repubblica, nei confronti di banda formata da italiani e albanesi, specializzata nel traffico e nello spaccio di stupefacenti.

Il provvedimenti sono il risultato di un’indagine che nei mesi scorsi ha già consentito di arrestare in flagranza otto persone e recuperare circa un chilo di cocaina. Ad alcuni è stato contestato anche il porto abusivo d’arma da fuoco. Numerose le perquisizioni.

16 persone, dunque, sono andate in carcere e 5 ai domiciliari. L’operazione è il prosiego dell’omonima operazione denominata “Kamarina Drugs”, iniziata nel dicembre 2015 e che ha portato all’arresto di 14 spacciatori che svolgevano la loro attività illecita nei pressi dei luoghi maggiormente frequentati dai giovani lungo la costa marittima ragusana.

Kamarina drugs, gli arrestati

Proprio a partire da quella prima attività sono state approfondite le posizioni ed i ruoli di alcuni personaggi gravitanti nel giro della droga ed è emersa una fitta rete di spacciatori che facendo base in S. Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso riforniscono assuntori provenienti da tutta la provincia.

Gli arrestati sono 12 albanesi e 9 italiani. Sono finiti in carcere:  Mirjan Ajdini (29enne albanese, disoccupato, pregiudicato), Donato Ballarò (29enne vittoriese, bracciante agricolo, pregiudicato), Mirko Ballarò (32enne vittoriese, bracciante agricolo, pregiudicato), Gianfranco Casano (27enne vittoriese, bracciante agricolo, pregiudicato), Lorenc Daiu (38enne albanese, imprenditore agricolo, pregiudicato),  Ferit Hoxholli (35enne albanese, operaio, pregiudicato),  Hajdar Kaja (31enne albanese, commerciante, incensurato), Elton Laraku (30enne albanese,  imprenditore agricolo, pregiudicato), Kujtim Malka (38enne albanese, operaio, incensurato), Francesco Oro (35enne santacrocese, bracciante agricolo, incensurato), Elis Rustami (30enne albanese,  imprenditore agricolo, pregiudicato), Erjon Seferi  (35enne albanese, bracciante agricolo, pregiudicato), Davide Spatola (35enne vittoriese, operaio, pregiudicato), Adenis Tosku (34enne albanese, bracciante agricolo, pregiudicato), Dashnor Tosku (38enne albanese, bracciante agricolo, pregiudicato), Antonino Zisa (38enne santacrocese, imprenditore agricolo, pregiudicato).

Ai domiciliari:  Michele Maurizio Zago (35enne ragusano, imprenditore, pregiudicato), Klodian Kamberaj (37enne albanese, bracciante agricolo, pregiudicato), Jessica Kaftirani (22enne albanese, disoccupata, pregiudicata), Antonino Di Modica (34enne vittoriese, imprenditore agricolo, pregiudicato),  Giuseppe Burrometo (40enne ragusano, imprenditore agricolo, pregiudicato).

Sin da subito nell’indagine è emerso che Mirjan Ajdini, chiamato anche Arjan o “Emiliano”, rappresentasse il vero e proprio punto di riferimento di spacciatori ed assuntori di cocaina dei centri di S. Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso. Veniva coadiuvato, nell’attività di spaccio, che svolgeva prevalentemente nel suo domicilio, dall’amico italiano Francesco Oro, già emerso nei contatti degli indagati della “Kamarina drugs”.

I due ricevevano gli assuntori o piccoli spacciatori in una villetta a  Punta Braccetto e nascondevano lo stupefacente in barattoli di vetro occultati nei cespugli del vialetto adiacente, cosicchè mentre Adjini  intratteneva gli ospiti concordando quantità e costo della cessione Oro  usciva a recuperare la “merce” necessaria allo scambio. Nel corso dell’attività sono stati effettuati sequestri della cocaina occultata all’esterno dell’abitazione e arresti degli acquirenti, a loro volta spacciatori, spesso diretti in discoteche del vittoriese.

In un caso, nel corso di un controllo ad un indagato, i militari del Nucleo operativo hanno trovato una cospicuo quantitativo di cocaina e 9.000,00 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio, ben occultati in un’intercapedine ricavata nel cruscotto dell’autovettura, reso amovibile in maniera da essere utilizzato facilmente come nascondiglio per la droga e per il denaro ricavato dall’attività illecita.

In altri casi, attraverso un sistema di “vedette”, che consentisse un’adeguata copertura, lo spaccio avveniva sulla spiaggia, dove qualsiasi intervento delle forze di polizia poteva essere compromesso o ritardato dalle condizioni ambientali.

A margine, ma non per importanza, è inoltre emerso dall’attività che alcuni degli indagati avessero nella disponibilità delle armi che occultavano scrupolosamente e di cui si sconosce l’effettivo utilizzo. La circostanza, oltre che dalle conversazioni telefoniche è stata confermata dai servizi di pedinamento ed osservazione che hanno consentito di localizzare il punto di occultamento proprio nell’area serricola a ridosso della Riserva Naturale di Randello.

Tale risultanza investigativa è stata riscontrata quando Spatola, buttafuori nei locali ragusani, e, a suo dire, esperto di armi ha risolto un malfunzionamento della pistola dell’Ajdini, procedendo alla sostituzione di alcuni pezzi della stessa e successivamente, fermato e sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso delle parti dell’arma da fuoco.

Pertanto, ad Ajdini, Tosku e Spatola viene contestato anche  il reato di detenzione e porto illegale di armi.

Nel corso delle perquisizioni è stata sequestrata la somma contante di quasi 26.000,00 euro e vario materiale per confezionamento dello stupefacente.