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Operazione “Maverick”: decapitato clan siculianese dei Triassi, 42 arresti: tutti i nomi (vd)

Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri del Gruppo di Ostia – nel Lazio, Campania, Toscana, Lombardia e Marche – stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 42 soggetti ritenuti appartenenti clan Triassi (gruppo criminale di origine agrigentina, di Siculiana), storicamente contrapposto alla famiglia degli Spada (che lo scorso gennaio ha subito un duro colpo in seguito dell’operazione “Eclissi”).

LE PERSONE COINVOLTE. Salvatore Sibio,75 anni, “er tartaruga”; Alessandro Pignataro, 50 anni; Fabio Di Francesco, 50 anni; Simone Bonti, 28 anni; Ombretta Sertori, 30 anni (obbligo presentazione pg); Alessandro Papacci, 43 anni; Natale Perrulli, 36 anni; Andrea Viotti, 46 anni; Giuseppe Perito, 50 anni; Lorenzo Sagoni, 26 anni; Falvio Durante, 34 anni; Massimo Durante, 26 anni; Kevin Di Napoli, 22 anni; Simone Farinaccio, 28 anni; Alessandro Cerchi, 31 anni; Luca Candiano, 27 anni; Gianni “Giannetto” Di Napoli, 55 anni; Emanuele Capobianchi, 27 anni; Cristiano Misso, 36 anni; Marco “Barboncino” Esposito, 40 anni; Domenico Fusinato, 27 anni; Michele Cirillo, 39 anni; Massimiliano “provola” Severa, 39 anni; Mario Velletrani, 40 anni; Giuliano “Pantera” Leonardi, 48 anni; Walter Massacesi, 41 anni; Daniele Salvatori, 41 anni; Carlo Baciarello, 62 anni; Andrea Ronelli, 54 anni; Giuseppe Tomassi, 51 anni; Mirko Pacini, 41 anni; Andrea Buonomo, 42 anni; Andrea De Cesari, 44 anni; Valerio Belletti, 27 anni; Valerio Bassanelli, 25 anni; Stefano Angeli, 41 anni (obbligo presentazione pg) ; Adolfo Alejando Moreno Tapia, 45 anni; Simone Jerez, 27 anni; Marco Tenaglia, 40 anni.

Rigettata la misura per  Sara Gatta, Girolamo Finizio e Elias Mancinelli.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione armata finalizzata al traffico di stupefacenti; sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi, minacce e ricettazione. Contestualmente, in Roma Ostia ed Acilia, nonché presso Uffici conservatorie registri immobiliari di Roma, Camera di commercio Roma ed Istituti di credito vari, i Carabinieri stanno dando esecuzione al decreto di sequestro disposto dal Gip del Tribunale di Roma che ha consentito di sequestrare beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa due milioni di euro.

La progressiva, incisiva e capillare penetrazione del tessuto criminale ha altresì condotto gli inquirenti alla ricostruzione di alcuni gravi episodi delittuosi, commessi dagli appartenenti all’organizzazione ed avvenuti in Ostia e zone limitrofe negli ultimi anni.

Al vertice dell’organizzazione criminale è stato individuato un anziano malvivente (già elemento apicale dell’organizzazione criminale nota come “Banda della Marranella”, operante nella periferia Est della Capitale) e, in posizione immediatamente subordinata, due criminali (in passato ritenuti contigui al “Clan dei Triassi”).

Il loro scopo era riempire il vuoto lasciato dal clan Spada a Ostia, dopo i recenti arresti dell’operazione ‘Eclisse’, portata a termine a gennaio. Gli inquirenti descrivono così le 42 persone arrestate questa mattina alle prime luci dell’alba, appartenenti al clan Triassi, considerati rivali degli stessi Spada. L’organizzazione, strutturata in 4 livelli gerarchici, gestiva tre piazze di spaccio: Ostia centro, Ostia ponente e Acilia. I vertici sarebbero stati degli ‘scissionisti’ del clan Triassi. A capo dell’organizzazione è stato individuato Salvatore Sibio, “er tartaruga”, 75enne ritenuto elemento di spicco in passato della Banda della Marranella. Mentre in posizione immediatamente subordinata Alessandro Pignataro e Fabio Di Francesco, in passato ritenuti vicini al clan Triassi. Rispettivamente a capo delle bande c’erano per chi indaga i fratelli Flavio e Massimo Durante, Marco Esposito, detto «Barboncino» e Natale Perrulli.

L’indagine, denominata “Maverick” (“Ribelle”), avviata nel mese di ottobre 2016 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Roma, ha consentito di fare piena luce su un’organizzazione criminale strutturata su diversi livelli gerarchici e funzionali, al cui vertice e’ stato individuato l’anziano pregiudicato Salvatore Sibio.

Ai vertici dell’organizzazione, spiegano gli inquirenti, spettava il compito degli approvvigionamenti all’ingrosso (su canali nazionali ed esteri) di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente (hashish e cocaina), nonchè quello di dirimere le controversie che spesso nascevano tra gli affiliati a loro sottoposti. La vendita al dettaglio dello stupefacente era invece demandata a tre distinte articolazioni territoriali che controllavano capillarmente altrettante piazze di spaccio collocate nelle zone di Ostia centro (con a capo i fratelli Flavio e Massimo Durante), Ostia ponente (con a capo Marco Esposito, detto ‘Barboncino’) e Acilia/Centro Giano (con a capo Natale Perrulli).

Tra le ipotesi di reato sono state contestate, a vario titolo: associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti; detenzione e spaccio continuato e in concorso di ingenti quantità di sostanze stupefacenti; estorsione in concorso; sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso; detenzione illegale di armi da fuoco; ricettazione in concorso; minaccia aggravata dall’uso delle armi.

Contestualmente, sono stati sequestrati 4 immobili tra Ostia e Acilia, 6 autovetture e 10 attività finanziarie. Quest’ultimo provvedimento scaturisce da una parallela attività di indagine patrimoniale condotta sempre dai Carabinieri nei confronti di 3 indagati, responsabili di aver riciclato e reimpiegato in attività lecite i capitali provento della loro attività di narcotraffico.

Nel corso delle attività investigative sono stati sequestrati complessivamente circa 150 kg di sostanza stupefacente di vario tipo, 5 pistole e 2 fucili con relative munizioni; arrestate 8 persone in flagranza per reati concernenti il traffico degli stupefacenti e la detenzione delle armi da fuoco.

“La progressiva, incisiva e capillare penetrazione del tessuto criminale ha altresì condotto gli inquirenti alla ricostruzione di alcuni gravi episodi delittuosi, commessi dagli appartenenti all’organizzazione ed avvenuti in Ostia e zone limitrofe negli ultimi anni”, sottolineano gli inquirenti. In particolare, è stata ulteriormente documentata l’atavica rivalità con il gruppo degli Spada, culminata la sera del 15 luglio 2013 quando a Ostia, davanti alla sala giochi “Italy Poker”, è scoppiata una rissa con coltelli e pistola tra Nando De Silvio, Ottavio e Carmine Spada e appartenenti al clan dei Triassi, ovvero Fabio Di Francesco, Alessandro e Marco Esposito, Domenico Fusinato e Ombretta Sertori.

Sono state ricostruite inoltre le tragiche fasi del suicidio di un pregiudicato di Cerveteri che, nell’estate del 2016, non potendo far fronte ai debiti contratti con l’organizzazione per l’acquisto di una partita di droga, ha deciso di togliersi la vita; è stato delineato un ulteriore episodio avvenuto nell’estate del 2016 quando presso la discoteca “Gay Village” dell’Eur, appartenenti all’organizzazione hanno esploso dei colpi d’arma da fuoco contro alcuni buttafuori moldavi del locale. Nell’estate del 2017 è stato sventato un progetto d’agguato nei confronti degli stessi buttafuori moldavi, che prevedeva l’utilizzo di un’auto rubata, di passamontagna e di diverse armi da fuoco (tutto il materiale è stato rinvenuto e sequestrato dai militari presso un garage di ostia, poco prima che il piano potesse essere portato a compimento).

Gli arrestati si trovano ora tra Rebibbia e Regina Coeli.

Da vecchie inchieste, come ad esempio “Nuova alba” emerge un ‘malaffare’ dal ’95 ad oggi secondo cui il clan Triassi, legato alla nota famiglia mafiosa dei Caruana – Cuntrera (i banchieri di Cosa Nostra), gestiva il traffico di armi, di stupefacenti e controllava le attività di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia.