Operazione “Opuntia”, Cassazione annulla cattura di Domenico Friscia: libero dopo un anno di carcere

Nella tarda serata di ieri la Prima sezione penale della Corte di Cassazione  ha annullato senza rinvio l’ordinanza emessa in ottobre dal Tribunale del Riesame di Palermo, nei confronti di Domenico Friscia, 56 anni di Sciacca, ritenuto un mafioso di rilievo, disponendo inoltre,  l’immediata scarcerazione.

La Suprema Corte ha ritenuto non sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico di Friscia, difeso egregiamente dall’avvocato Teo Caldarone, in ordine al reato contestatogli dalla Dda di Palermo di ossia di associazione mafiosa,  che nel frattempo è stato in custodia cautelare in carcere per oltre 1 anno.

Domenico Friscia venne arrestato dai carabinieri nel febbraio 2018 con provvedimento del del Gip Palermo nell’ambito dell’inchiesta “Opuntia” che portò in carcere anche Tommaso Gulotta, di 54 anni, Matteo Mistretta, di 33, Vito Riggio, di 49 anni, i fratelli Giuseppe e Cosimo Alesi, di 48 e 53 anni, il medico Pellegrino Scirica, di 63, eil collaboratore di giustizia Vito Bucceri, di 47 anni, tutti di Menfi. Tutti venivano indicati quali appartenenti alla cosca mafiosa operante nel territorio saccense con frequenti contatti con il boss di Sambuca di Sicilia, Leo Sutera.

Proprio Friscia venne inquadrato tra i personaggi di maggiore spessore criminale anche in virtù delle vicende pregresse di natura mafiosa che lo avevano coinvolto.

Il suo iter giudiziario dall’arresto ad oggi è stato altalenante: dopo la cattura Friscia propose ricorso ed il Tribunale di Palermo lo rigettò confermando provvedimento del Gip.

La difesa con l’avvocato Caldarone propose ricorso per Cassazione segnalando che nei confronti di Friscia erano stati utilizzati elementi risalenti alla precedente condanna (processo “Scacco matto”) da lui subita, non più rilevanti rispetto alla nuova contestazione oggi mossa, ed inoltre ha rilevato che le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Vito Bucceri sono state erroneamente valutate.

La Corte di Cassazione pronunciandosi sul ricorso, in giugno 2018, ha annullato con rinvio l’ordinanza, accogliendo il ricorso della difesa, e ritenendo fondate le censure ha ordinato un nuovo esame al Tribunale del Riesame di Palermo.

Ad ottobre il Tribunale ha rigettato nuovamente la domanda di riesame, lasciando Friscia in carcere. La difesa, ha tuttavia, insistito impugnando nuovamente l’ordinanza con un ulteriore ricorso per Cassazione rilevando che il Tribunale ha totalmente ignorato e disatteso i rilievi che la Corte di Cassazione aveva operato con il primo annullamento.

All’udienza di ieri viene discusso il ricorso. Anche il Procuratore generale della Cassazione è critico verso l’ordinanza del Tribunale di Palermo e chiede disporsi un nuovo annullamento con rinvio. Ma la Cassazione è di diverso avviso. Ritiene che non ci sia più nulla da esaminare sulla posizione di Friscia.

Ha quindi accolto pienamente il ricorso del difensore, avv. Caldarone, senza disporre alcun rinvio ordinando la scarcerazione immediata di Friscia perché nei suoi confronti non sussistono gravi indizi di colpevolezza.

Nel frattempo il processo è in corso. Friscia ha scelto l’abbreviato. La Procura ha richiesto al Gup di condannarlo a 12 anni. La sentenza è prevista a maggio. Le difese inizieranno i loro interventi a marzo.