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Blitz “Voto Connection”, compravendita di voti alle ultime regionali: arrestati Salvino Caputo ed il fratello (Lega)

L’ex parlamentare regionale ed ex sindaco di Monreale di An Salvatore Caputo detto Salvino, avvocato penalista e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative della scorsa primavera, e’ stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di voto di scambio insieme al fratello Mario, anche lui avvocato, e candidato alle ultime elezioni all’Ars sempre con la Lega. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari e’ stata emessa dal Gip di Termini Imerese su richiesta della Procura.

I carabinieri hanno arrestato anche Benito Vercio, 62 anni, indicato dagli investigatori come “procacciatore di voti nel termitano”. Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe accertato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilita’ posti in essere da due degli arrestati insieme ad altri indagati.

Dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità. È quanto avrebbe dimostrato la Procura di Termini Imerese, nelle indagini che hanno portato questa mattina all’operazione “Voto Connection” dei carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. In manette, agli arresti domiciliari, sono finite tre persone: Salvatore Caputo detto “Salvino”, avvocato di Monreale, già membro dell’Assemblea Regionale Siciliana durante la XVI Legislatura e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative della scorsa primavera; Mario Caputo, avvocato di Monreale, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’ARS nelle liste del movimento “Noi con Salvini”; Benito Vercio, 62 anni, “procacciatore di voti” di Termini Imerese. Secondo gli inquirenti due degli arrestati sarebbero responsabili del reato di compravendita di voti, in concorso con altri indagati. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Termini Imerese, su proposta della locale Procura.

Sono venti gli indagati dell’inchiesta e sono coinvolti anche l’assessore comunale alla Pubblica istruzione di Termini Imerese, Loredana Bellavia, il consigliere comunale Michele Galioto e dipendenti comunali fra i quali Agostino Rio, bibliotecario arrestato nei mesi scorsi con l’accusa di assenteismo. L’indagine e’ partita da un esposto anonimo dell’aprile 2017 proprio su questa vicenda.

Questa la ricostruzione completa dopo una giornata convulsa e clamorosa:

Proprio alla vigilia delle consultazioni al Quirinale, sulla Lega si abbatte un ciclone giudiziario che coinvolge i vertici del partito di Matteo Salvini in Sicilia.

I due coordinatori regionali, Alessandro Pagano (eletto alla Camera) e Angelo Attaguile, sono indagati in una inchiesta della Procura di Termini Imerese per voto di scambio e attentato ai diritti politici del cittadino, che ha portato all’arresto di un altro big del partito: l’avvocato Salvino Caputo (ex Msi, An e poi Pdl), deputato regionale per quattro legislature e due volte sindaco di Monreale, noto alle cronache politiche per essere stato il primo deputato regionale al quale fu applicata, nel 2013, la legge Severino, decadendo dalla carica per una condanna per tentativo di abuso d’ufficio. Con lui ai domiciliari e’ finito anche il fratello Mario, candidato non eletto proprio tra le file del Carroccio alle recenti regionali. Proprio le elezioni di novembre in Sicilia sono al centro dell’indagine dei pm che hanno iscritto nel registro degli indagati una ventina di persone che ruoterebbero, secondo l’accusa, attorno a un sistema di promesse di posti di lavoro e di favoritismi di vario tipo in cambio di voti: la Lega alle regionali riusci’ a superare lo sbarramento del 5% ed eleggere per la prima volta un deputato all’Assemblea siciliana: si tratta dell’ex Mpa Tony Rizzotto, che qualche giorno dopo il voto ha ricevuto un avviso di garanzia per appropriazione indebita nell’ambito di un’altra inchiesta, condotta dalla Procura di Palermo su un ente di formazione.

Un terremoto giudiziario che apre una questione morale dentro la Lega in un momento cruciale per la vita politica del Paese e per gli equilibri nel centrodestra. Salvini ha convocato Pagano e Attuaguile a Roma per avere chiarimenti, il faccia a faccia e’ previsto domani e non e’ escluso un commissariamento del partito nell’isola. I carabinieri, che hanno condotto le indagini su delega della Procura, avrebbero accertato dodici episodi di compravendita di voti. Tra gli arrestati c’e’ anche Benito Vercio, 62 anni, indicato dagli inquirenti come “procacciatore di voti”; indagati invece l’assessore comunale alla Pubblica istruzione di Termini Imerese Loredana Bellavia (che si e’ dimessa dalla carica), il consigliere comunale Michele Galioto e dipendenti comunali fra i quali Agostino Rio, bibliotecario arrestato nei mesi scorsi con l’accusa di assenteismo. L’indagine e’ partita da un esposto anonimo dell’aprile 2017 su quest’ultima vicenda. Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, parla di Salvino Caputo come di “un soggetto aduso ad un’attivita’ sicuramente contra legem: il voto di scambio, attivita’ che esercitava in modo sistematico”. Da qui “l’esigenza cautelare per attentato ai diritti politici del cittadino”. Nell’ordinanza del gip Pagano e Attaguile, invece, vengono definiti come “istigatori” del sistema. In particolare i due, come emergerebbe da alcune intercettazioni, avrebbero suggerito proprio a Salvino Caputo un escamotage per non disperdere il suo pacchetto di voti in quanto lui non poteva candidarsi direttamente alle regionali per la condanna subita in passato e per questo ritenuto “impresentabile”. “Si architetta una situazione nella quale candidato e’ Mario Caputo, suo fratello ma si fara’ credere che il candidato e’ Salvino Caputo – spiega il pm Cartosio – Questo non puo’ avvenire a Palermo e Monreale, ma lo si fara’ credere nelle Madonie. Cosi’ si confezionano volantini e manifesti senza foto e con il solo nome Caputo”.

“Sono deluso e amareggiato, la magistratura faccia il suo lavoro, ma sono errori di cui far tesoro per non ripeterli in futuro”, dice Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera. E il presidente della Regione, nello Musumeci, aggiunge: “Grande rispetto per il lavoro della magistratura, mi auguro che le persone coinvolte possano dimostrare la propria estraneita’ ai fatti. Me lo auguro per loro, per le loro famiglie e per la credibilita’ della politica”.