Arrestato don Salvatore Anello per abusi: è il cappellano del Civico; manette anche per colonnello esercito

La polizia ha arrestato padre Salvatore Anello, sacerdote noto a Palermo come guaritore ed esorcista.

L’accusa e’ di violenza sessuale.

Gli agenti di polizia giudiziaria in servizio alla procura dei minori lo hanno fermato nel convento dei Cappuccini.

Il sacerdote, 59 anni, e’ cappellano all’ospedale Civico.

Il prete avrebbe palpeggiato due donne e tre minorenni che si erano rivolte a lui per essere aiutate.

Insieme al prete Salvatore Anello e’ stato arrestato – sempre con l’accusa di violenza sessuale – un colonnello dell’esercito, Salvatore Muratore, 52 anni, in servizio alla caserma Turba di Palermo.

Il militare era uno degli animatori della comunità “Rinnovamento dello spirito santo”.

Padre Anello

Per il pm Giorgia Righi e l’aggiunto Salvatore De Luca, l’ufficiale avrebbe approfittato di quattro donne e di una minorenne in stato di fragilità psicologica. E’ stata una delle vittime e rivelare tutto.

Insieme al prete, che si diceva esorcista anche se la diocesi non lo aveva mai riconosciuto tale, l’ufficiale dell’esercito diceva di “fare preghiere di guarigione”. Le violenze sarebbero avvenute nelle abitazioni delle vittime. Quando qualcuno di loro protestava per i palpeggiamenti e gli abusi, il colonnello avrebbe detto a ognuna delle vittime che era il diavolo a farle reagire in questo modo, “io sto solo invocando il demone della lussuria per liberarti”.

L’indagine per violenza sessuale che ha portato in carcere a Palermo padre Salvatore Anello e il colonnello Salvatore Muratore è iniziata quando gli agenti della sezione di polizia giudiziaria, diretta da Vincenzo Collorà, hanno raccolto la denuncia di una mamma e della figlia minorenne il 18 aprile di quest’anno.

La donna aveva conosciuto l’ufficiale dell’Esercito nella chiesa della Noce; l’uomo aveva detto di essere colonnello, guida spirituale e ospite di trasmissioni in onda su Radio Maria. In un momento di debolezza la donna gli raccontò alcuni suoi problemi familiari. L’ufficiale le promise che con i suoi metodi infallibili avrebbe scacciato il diavolo che perseguitava la donna, prospettandole una “terapia” con vari step: preghiere, abbracci e rapporti sessuali completi. La signora ha detto agli agenti di essere completamente soggiogata.

Gli incontri di preghiera avvenivano a casa della “paziente” e qui l’ufficiale conobbe le figlie della donna, di 12 e 17 anni. Muratore avrebbe abusato della più grande delle ragazze e tentato approcci con la dodicenne, che riuscì a respingerlo. Il 23 maggio scattò la perquisizione a casa dell’uomo e nel suo ufficio nella caserma di piazza Turba. Nel computer portatile del colonnello, oltre a filmati su satanismo ed esorcismo, vennero trovati film porno che avevano minorenni come protagoniste. Nel cellulare furono trovate anche conversazioni morbose con donne, sia su Whatsapp che su Facebook.

Molestie sessuali, arrestati ufficiale dell’Esercito e frate esorcista

Le donne vittime delle presunte violenze e abusi da parte di padre Salvatore Anello e del colonnello dell’esercito Salvatore Muratore avrebbero cercato di sottrarsi alle morbose richieste di prestazioni sessuali spacciate per riti religiosi per “scacciare il demonio”.

“Se non metti le mani nelle parti intime – avrebbe detto Muratore alle vittime – non ti liberi dal demonio. Demonio che entra sempre dalla vagina”. Per uscire da questo stato di soggezione psicologica le vittime si erano confidate anche con alcuni sacerdoti.

Uno di questi “si era offerto di accompagnarmi dal vescovo”, racconta una vittima, che indica il nome del prelato. “Poi non si è fatto più sentire. Solo dopo mi ha chiamata prospettandomi le conseguenze negative di una denuncia e sostenendo che il colonnello stava facendo un percorso di purificazione”.

Un altro sacerdote avrebbe consigliato ad una delle vittime di presentare una denuncia ecclesiastica, assicurando che avrebbe favorito un incontro con il vescovo. Per cercare di ricostruire la figura di Muratore gli inquirenti hanno ascoltato anche un altro prete, che agli inquirenti ha spiegato di conoscere l’ufficiale dell’Esercito da otto anni; per un periodo lo avrebbe anche accompagnato in alcuni pellegrinaggi. Poi il colonnello si era avvicinato alla chiesa di via Perpignano gestita da don Roberto Elice, successivamente arrestato e poi condannato a 6 anni e 4 mesi per abusi sessuali su minori.