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Palma, Onolfo ferito per errore (voleva disarmare lo sparatore): due fermi

E’ una storia complicata, ancora tutta da chiarire nei dettagli ma ha già dei punti fermi.

Il ferimento di Leandro Onolfo il giovane palmese ricoverato all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata con un proiettile in pancia si inquadra in una più complicata storia che ha portato al fermo di Francesco Gueli di 42 anni e Giuseppe Incardona di 52 anni, palmesi anche loro con l’accusa di tentato omicidio.

Secondo quanto appreso da Grandangolo, Onolfo sarebbe rimasto ferito accidentalmente da una pistolettata mentre tentava di dissuadere il cugino, Francesco Gueli di vendicarsi. Infatti Gueli dopo essere sfuggito poco prima ad un agguato tesogli da Incardona si era armato per rispondere con la stessa moneta. I familiari di Gueli, tra cui Onolfo hanno tentato di disarmarlo ed è partito un colpo. Poi il ricovero in ospedale del 25 enne.

Alla base dei due tentati omicidi una banale disputa verbale iniziata all’interno di un bar tra Gueli e Incardona, riguardanti alcuni terreni.

Entrambi i fermati rispondono anche di detenzione e porto illegale di armi e spari nella pubblica via.

Di seguito il comunicato della Questura:

La Polizia di Stato di Agrigento, nell’arco di tre giorni, ha individuato e catturato i soggetti ritenuti responsabili dei gravi fatti delittuosi verificatisi in data 12 giugno u.s. per le via di Palma di Montechiaro.

Come noto, la sera del 12 giugno u.s., poco dopo le ore 21:00, a Palma di Montechiaro tra le vie Quasimodo e Pizarro si assisteva ad un inseguimento tra due autovetture; i passeggeri della vettura inseguitrice esplodevano alcuni colpi di arma da fuoco, precisamente otto, ai danni di una Fiat Panda che sfrecciava per le vie cittadine.

Dopo circa mezz’ora, in via Sottotenente Palma un colpo di pistola attingeva all’addome Leandro Onolfo, il quale veniva ricoverato a Licata e poi operato con urgenza al nosocomio agrigentino.

I due gravissimi fatti delittuosi venivano immediatamente investigati dalla Polizia di Stato, specificatamente dalla Squadra Mobile, diretta da Giovanni Minardi e dal Commissariato di Palma di Montechiaro, diretto da Tommaso Amato.

Le indagini coordinate dal Procuratore Capo Luigi Patronaggio, venivano delegate ai Sostituti Procuratori Alessandra Russo e Simona Faga.

Nel giro di tre giorni gli investigatori riuscivano a ricostruire il quadro probatorio, seppur in assenza di qualsivoglia testimonianza utile alle indagini. Secondo la Polizia Giudiziaria, Giuseppe Incardona, 62 anni, sarebbe il responsabile del primo fatto delittuoso poiché, a seguito di una lite,  avrebbe inseguito con la sua autovettura Francesco Gueli, 42 anni, sparando al suo indirizzo e colpendo la Fiat Panda dallo stesso condotta.

Gueli, dopo aver occultato la sua vettura danneggiata dagli spari dell’Incardona all’interno di un garage di un suo parente, si sarebbe armato ed avrebbe raggiunto la via Sottotenente Palma, luogo ove per ragioni ancora da chiarire lo stesso avrebbe esploso il colpo di pistola che ha attinto Leandro Onolfo.

Già la stessa sera dei fatti gli investigatori hanno proceduto ad effettuare varie perquisizioni, sequestrare vari elementi ritenuti utili alle indagini quali abiti ed autovetture, nonché a sottoporre alcuni soggetti agli accertamenti tecnici finalizzati a rilevare tracce di residui dello sparo.

Gli elementi raccolti dalla Squadra Mobile, hanno determinato la Procura di Agrigento ad emettere un fermo di indiziato di delitto a carico sia del gueli che dell’Incardona, misura necessaria anche al fine di bloccare sul nascere ogni ulteriore possibile accadimento delittuoso ed eventuali fughe dei soggetti.

Entrambi i soggetti,  pregiudicati, sono stati associati presso la casa circondariale “Di Lorenzo”, in attesa delle determinazioni del competente Giudice.