Apertura

Processo “Vultur”: fonti confidenziali e duplice omicidio Condello-Priolo, così nasce l’indagine

E’ ripreso oggi nell’aula bunker del carcere Petrusa di Agrigento – davanti il collegio di giudici presieduto dalla d.ssa Turco (a latere dott. Ricotta e d.ssa Croce) – il processo scaturito dall’operazione antimafia “Vultur” che vede imputati Rosario Meli, 69 anni, considerato dagli inquirenti il capo della famiglia mafiosa di Camastra, il figlio Vincenzo, 46 anni, Calogero Piombo, 65 anni, proprietario di una tabaccheria a Camastra e Calogero Di Caro, 70 anni, di Canicattì.

Il processo riprendeva per l’escussione di alcuni testi presenti nella lista del Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessia Sinatra: una lista corposa e che per tale motivo è stata in parte snellita, con alcune rinunce, e in altra parte già calendarizzata in maniera tale da completare tutte le audizioni già nel mese di gennaio.

Tre i testimoni ascoltati questa mattina: un maresciallo in servizio presso la stazione di Palma di Montechiaro e l’appuntato scelto Nicola Saverio Bosco, in servizio a Camastra, che hanno ricostruito i momenti successivi  a due attentati incendiari ai danni di Vincenzo De Marco e Bruno Forti, titolari dell’agenzia di pompe funebri “San Giuseppe” a Camastra. In particolare i fatti a cui si fa riferimento sono l’incendio di un furgone Ford bianco, avvenuto il 27 settembre 2015 in via Marconi a Camastra, e il rogo che ha interessato una Opel – avvenuto il 2 novembre 2012 – nella centralissima piazza Garibaldi: nel primo caso i carabinieri hanno trovato a pochi metri di distanza un contenitore che emanava un forte odore di Diesel; nel secondo caso, seppur siano state estrapolate immagini da un bar nelle adiacenze del rogo, non si è riusciti a ricostruire quanto accaduto.

Infine si è proceduto all’audizione dell’ispettore superiore della Squadra Mobile di Agrigento, Vincenzo Martorelli, la memoria storica della Polizia agrigentina: “L’indagine nasce dal duplice omicidio Condello-Priolo, trovati da un collega all’interno di una cisterna dell’acqua sotto un cavalcavia in contrada Cipolla, a Palma di Montechiaro. Da fonti confidenziali veniamo a conoscenza che tra Meli e Condello vi era una diatriba e da lì iniziamo ad attenzione tutti i soggetti. Condello lo conoscevamo in quanto già arrestato nel 92, insieme a Meli, in operazione antimafia scaturita in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Croce Benvenuto.”

L’udienza riprenderà – sempre all’aula bunker di Agrigento – il prossimo 23 gennaio e, in seguito, il 31 dello stesso mese.