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Sparatoria a Palma di Montechiaro, Incardona e Gueli restano in carcere

Si è tenuta oggi l’udienza di convalida di Francesco Gueli di 42 anni e Giuseppe Incardona di 52 anni, fermati lo scorso fine settiamana dagli uomini della Squadra Mobile della Città dei Templi, con la collaborazione degli agenti del Commissariato di Polizia di Palma di Montechiaro, con l’accusa di tentato omicidio.

I due sono comparsi davanti al gip del Tribuanale di Agrigento, Stefano Zammuto che ha disposto, pur non convalidando i fermi, la custodia cautelare in carcere per i due palmesi per l’ipotesi di reato di tentato omicidio e porto illegale di armi.

Francesco Gueli si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Giuseppe Incardona ha detto a parlato, in sintensi, di una presunta omonimia con un altro Incardona.

E’ una storia complicata, ancora tutta da chiarire nei dettagli ma ha già dei punti fermi.

Il ferimento di Leandro Onolfo il giovane palmese ricoverato all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata con un proiettile in pancia si inquadra in una più complicata storia .

Secondo quanto appreso da Grandangolo, Onolfo sarebbe rimasto ferito accidentalmente da una pistolettata mentre tentava di dissuadere il cugino, Francesco Gueli di vendicarsi. Infatti Gueli dopo essere sfuggito poco prima ad un agguato tesogli da Incardona si era armato per rispondere con la stessa moneta. I familiari di Gueli, tra cui Onolfo hanno tentato di disarmarlo ed è partito un colpo. Poi il ricovero in ospedale del 25 enne.

Alla base dei due tentati omicidi una banale disputa verbale iniziata all’interno di un bar tra Gueli e Incardona, riguardanti alcuni terreni.

Le indagini coordinate dal Procuratore Capo Luigi Patronaggio, venivano delegate ai Sostituti Procuratori Alessandra Russo e Simona Faga.

Nel giro di tre giorni gli investigatori riuscivano a ricostruire il quadro probatorio, seppur in assenza di qualsivoglia testimonianza utile alle indagini. Secondo la Polizia Giudiziaria, Giuseppe Incardona, 62 anni, sarebbe il responsabile del primo fatto delittuoso poiché, a seguito di una lite,  avrebbe inseguito con la sua autovettura Francesco Gueli, 42 anni, sparando al suo indirizzo e colpendo la Fiat Panda dallo stesso condotta.

Gueli, dopo aver occultato la sua vettura danneggiata dagli spari dell’Incardona all’interno di un garage di un suo parente, si sarebbe armato ed avrebbe raggiunto la via Sottotenente Palma, luogo ove per ragioni ancora da chiarire lo stesso avrebbe esploso il colpo di pistola che ha attinto Leandro Onolfo.