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“Vicè” Marrella (cl. 74), infiltrato in Cosa nostra per scoprire gli assassini del padre e condannato a 16 anni

Ha preso sedici anni di carcere. La sua una figura sui generis di cui molto poco si è detto e narrato, dal 2012 ha fatto irruzione nel panorama controverso della mafia agrigentina.
Si tratta di Vincenzo Marrella, 42 anni, di Montallegro, padre ucciso nella guerra di mafia, da non confondere con l’omonimo di 60 anni, finito indagato nell’inchiesta “Icaro” condotta dalla Squadra mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi.
La sua figura emerge dalle “carte” giudiziarie sottoscritte dai Pm della Dda di Palermo che ne tracciano questo profilo, svelandone trascorsi e posizione.
Vincenzo Marrella (cl. 74) nel marzo 2012, rese una serie di dichiarazioni relativamente alla famiglia mafiosa di Montallegro ed ai possibili responsabili dell’omicidio del padre.
Nel corso dell’interrogatorio effettuato il 21.03.2012 innanzi ai sostituti procuratori Fulantelli e Ravaglioli, Vincenzo Marrella così riferiva in ordine alle questioni legate al coinvolgimento della famiglia mafiosa di Montallegro nelle vicende di Cosa Nostra agrigentina: “Credo di avere scoperto gli autori dell’omicidio di mio padre Lorenzo Marrella ucciso il 12 febbraio 1998. Mio padre apparteneva a Cosa Nostra, prima come soldato e poi, poco prima di morire, come consigliere della famiglia di Montallegro”.

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