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Ville per vip all’ombra della Scala dei turchi: il Gip vuole certezze e dispone nuove perizie

Colpo di scena venerdì mattina innanzi al Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, nel processo (Pm, Silvia Baldi) riguardante la vicenda della realizzazione di villette per vip accanto alla Scala dei Turchi di Realmonte. 

L’udienza preliminare pare segnare una battuta d’arresto poiché il presidente Provenzano, a seguito delle difese depositate dagli indagati Gaetano Caristia e Sebastiano Comparato, assistiti dall’avv. Luigi Restivo, ha deciso, con ordinanza, di disporre un’attività di integrazione probatoria disponendo una perizia collegiale per verificare le conclusioni cui è pervenuto il consulente di parte del Pubblico ministero nella sua consulenza anche ai fini di una eventuale sentenza di non luogo a procedere nei confronti di tutti gli indagati.

Ben tre periti, dunque, nominati dal Gup Provenzano, faranno le pulci all’attività di indagine della Procura posta in essere dal consulente di parte, arch. Luciano Montalbano.

In particolare l’avv. Restivo, nelle precedenti udienze, aveva sollevato non poche perplessità rispetto alla regolarità formale dell’ispezione dei luoghi effettuata nel dicembre 2013 dal consulente di parte del Pm, spingendosi sino ad accusare di falso il perito della Pubblica accusa.

E con una perizia giurata di parte ha criticato fortemente non solo le modalità formali e pratiche di espletamento della perizia del consulente Montalbano ma le conclusioni cui lo stesso è pervenuto e che stanno alla base dei principali capi di imputazione.

Come i nostri lettori ricorderanno la Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto nei mesi scorsi il rinvio a giudizio di ben 12 persone tra imprenditori, tecnici e funzionari pubblici con l’accusa di lottizzazione abusiva, abuso edilizio e abuso d’ufficio in relazione ad un Piano di lottizzazione approvato dal Comune di Realmonte in contrada Canalotto – a circa un chilometro e mezzo dalla Scala dei Turchi – per la realizzazione di numerose villette con piscina, con i pareri favorevoli della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento.

A rispondere di tali accuse sono stati chiamati gli imprenditori Gaetano Caristia e Sebastiano Comparato di Siracusa della Comaer edilizia (difesi dagli avvocati Luigi Restivo e Giusy Scavuzzo); l’ex sindaco di Realmonte Giuseppe Farruggia ed il fratello Giuseppe (difesi dall’avv. Enrico Quattrocchi); i tecnici dell’impresa Giovanni Barraco e Daniele Manfredi (difesi dagli avvocati Restivo e Antonino Sammartano); i funzionari del Comune di Realmonte Cristoforo Sorrentino (difeso dall’avv. Leonardo Marino) e Giuseppe Vella (difeso dall’avv. Giuseppe Scozzari); i funzionari della Soprintendenza Antonino Terrana (difeso dall’avv. Scozzari), già dirigente del Servizio beni paesaggistici; Vincenzo Caruso (difeso dall’avv. Gaetano Caponnetto), Calogero Carbone (difeso dall’avv. Alessandro Patti) e Agostino Friscia difeso dall’avv. Sergio Indelicato.

In particolare la Procura della Repubblica avviò l’indagine ritenendo che tutti gli indagati avessero posto in essere una lottizzazione abusiva poiché il Piano di lottizzazione della Comaer sarebbe stato approvato dal Comune di Realmonte in violazione a quanto disposto dalla legge Galasso, da leggi e decreti regionali che avrebbero – secondo la tesi della Pubblica accusa, fondata esclusivamente su una sentenza interpretativa di rigetto della Corte costituzionale – imposto un vincolo di inedificabilità assoluta di carattere temporaneo sino all’approvazione del Piano Paesaggistico regionale.