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Negato ad insegnante diritto allo studio: la denuncia

Egregio direttore

Sono Giusy Terrana un’insegnante della provincia di Agrigento.

Con la presente, desidero portare a conoscenza dell’opinione pubblica, un episodio che ha suscitato la mia indignazione come quella di tanti colleghi, nella medesima situazione.

Mi riferisco alla sospensione prima, e al diniego poi di uno dei diritti più “preziosi” del lavoratore: il diritto allo studio ”diritto fondamentale ed inalienabile del cittadino”,sancito dalla Costituzione Italiana agli artt. 3-33-34.

Il D.P.R del 23/8/88 n 395 prevede che tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, possono usufruire di permessi o agevolazioni per la realizzazione del diritto allo studio. L’ammontare dei permessi viene stabilito dai singoli contratti collettivi nazionali, con la concessione di 150 ore annue. La finalità di tali permessi è quella di favorire l accrescimento culturale del lavoratore, ed è anche interesse prioritario dell’amministrazione scolastica (più volte eluso).

Il Contratto collettivo integrativo regionale del 21/1/2016 recita che tali permessi sono fruibili per la frequenza di lezioni, partecipazione ad attività, sostenimento degli esami e redazione della tesi.

Ai primi di marzo, i permessi vengono sospesi (solo per la Regione Sicilia) e ad aprile viene rideterminata frettolosamente la contrattazione dove si riscontra una ulteriore riduzione della percentuale di fruibilità e l’annullamento dei permessi che riguardano la redazione della tesi.

Adesso mi ritrovo a non poter usufruire di tempo per lavorare alla mia tesi (che dovevo discutere in giugno) poiché mi trovo lesa in uno dei diritti dei lavoratori.

I sindacati che dovrebbero tutelarci dove sono finiti?

L’ins. Giusy Terrana