Porto Empedocle, Prestia contesta l’arresto: “Non conosco le accuse, non posso difendermi”

Si è svolto stamani davanti al Gip del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, l’udienza di convalida dell’arresto dell’empedoclino Salvatore Prestia, 37 anni, detto “Pollicino”, cognato di Fabrizio Messina, ritenuto boss della “Marina”, raggiunto da un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità giudiziaria belga ed eseguito dal personale della Squadra mobile di Agrigento guidato da Giovanni Minardi.
L’uomo, difeso dall’avvocato Nino Gaziano, ha contestato vivamente l’arresto perché non ha ricevuto il classico provvedimento di cattura recante le accuse mosse bensì un documento che ne ordinava la cattura senza specificare, come prevede la nostra legge, le accuse ipotizzate. Tutto ciò – come evidenziato dall’avvocato difensore, Nino Gaziano, pregiudica il diritto a difendersi dato che non si conoscono le contestazioni mosse.
Il trattato europeo cui aderisce anche l’Italia prevede simile procedura ma a fronte della specificazione di lacunose contestazioni, Prestia ha preferito verbalizzare di non essere nelle condizioni di rispondere alle domande del giudice contestando altresì la richiesta già formulata di estradizione.
Secondo il giudice belga il Prestia è sospettato di avere avuto un ruolo nel tentato omicidio avvenuto lo scorso 28 aprile a Liegi, in Belgio, ai danni di Saverio Sacco di Porto Empedocle.
Prestia è stato sorvegliato Speciale della P.S. con obbligo di soggiorno dal novembre 2013 al luglio 2015, quando si reso irreperibile. Il fatto delittuoso, almeno al momento, non sembra ricollegale alle vicende criminali sull’asse Favara – Liegi.

Loading…