Blitz “Linea d’addio”, rapinavano ville: banda feroce in manette (vd e ft)

Angelo Incardona, Antonio La Bua, Costantin Aioani, Francesco Lamia, Franco Galati Rando, Georgian Iulian Hatos, Gianluca Terrana, Giuseppe Augetto

I poliziotti del Commissariato di Pubblica sicurezza di Patti, coadiuvati dai colleghi delle Squadre mobili di Messina, Palermo e dei Commissariati P.S. Capo d’Orlando, Termini Imerese e Partinico, ha eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di Costantin Aioani 22 anni e Georgian Hatos di 24, entrambi originari della Romania, Antonio La Bua 28 anni e Gianluca Terrana di 31, ritenuto il capo del gruppo, entrambi di Termini Imerese (Palermo), e di un minorenne di nazionalità romena condotto in una struttura per minori, ritenuti gli autori di una rapina in villa con sequestro di persona avvenuta la notte del 16 ottobre scorso a Ucria (Messina). Ai domiciliari sono finti, invece, Francesco Lama 29 anni e Giuseppe Augetto di 30.

Angelo Incardona
Antonio La Bua
Costantin Aioani
Francesco Lamia
Franco Galati Rando
Georgian Iulian Hatos
Gianluca Terrana
Giuseppe Augetto

 

Sottoposti a obbligo di dimora, infine, Franco Galati Rando, 48 anni di Tortorici, considerato il basista locale del gruppo, e Angelo Incardona, 40 anni di Campofelice di Roccella (Palermo).

La misura cautelare è stata emessa dal Gip, Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore Giorgia Orlando.

La notte del 16 ottobre dello scorso anno i malviventi, non hanno esitato a mettere in atto nei confronti di una coppia di signori orlandini, in vacanza nella loro casa di campagna, tra Ucria e Floresta.

Incappucciati e armati di coltello e mannaia hanno sorpreso nel sonno marito e moglie, derubandoli di tutto ciò che di valore i due possedevano in casa, compresi i gioielli che avevano addosso. Si sono poi fatti consegnare le chiavi di casa dell’abitazione di Capo d’Orlando estorcendo loro i dettagli necessari per trovare e aprire la cassaforte. Dopo essersi fatti consegnare denaro e preziosi, i banditi pretesero di avere le chiavi di un appartamento di Capo d’Orlando di proprietà della coppia, dove era custodita una cassaforte.

Mentre due rapinatori controllavano gli anziani coniugi, il resto della banda è andato a svuotare la cassaforte. Tolti i telefoni cellulari alle vittime per impedirgli di dare l’allarme, i malviventi fuggirono portandosi dietro anche l’auto delle vittime.

I poliziotti, grazie alle immagini dei sistemi di video sorveglianza della zona e al controllo delle utenze telefoniche attive quella notte sono riusciti a risalire al basista e al resto della banda che sarebbero responsabili di un furto in villa compiuto nel novembre scorso a Sant’Agata di Militello.

Il poderoso lavoro investigativo ha condotto i poliziotti a rintracciare tracce apparentemente invisibili, inavvertitamente lasciate dai malviventi, peraltro rivelatisi estremamente cauti ed attentissimi.

I primi risultati hanno permesso di concentrarsi sulla figura del basista, identificato in un noto pregiudicato tortoriciano e sull’ipotesi investigativa che la rapina di Ucria rientrasse in una serie di fatti delittuosi della stessa specie, ascrivibili ad una cerchia di professionisti del crimine.

I fatti di Ucria riconducevano infatti ad una banda costituita da uomini del palermitano e cittadini rumeni, operante nella provincia del capoluogo siciliano ma abituata a frequenti incursioni anche in quelle limitrofe e segnatamente in quella messinese, avvalendosi di una rete di fonti che selezionavano gli obiettivi sul territorio e mettevano a disposizione dei complici le informazioni utili, a fronte di una quota di partecipazione agli utili delle successive imprese  criminali.

Imprese criminali sapientemente dissimulate, nelle conversazioni pianificatorie captate tra i sodali, col ricorso a metafore calcistiche (“belle partite da giocare” […] “un intero campionato bellissimo”) che, nei concitati momenti dell’esecuzione materiale dei colpi, cedevano il passo ad un più operativo gergo militare (“operazione Linea d’Addio è incominciata, già è aperta! [….]Stiamo iniziando l’intervento, già l’hanno cominciato ad aprire, già è a posto, aperta!”).

Un gruppo pericoloso, quindi, perfettamente organizzato e autore di molti altri furti in abitazioni, per lo più ville isolate, tentati o consumati, tra i quali quello avvenuto nella prima mattinata del 14 novembre 2016 a Sant’Agata MiIlitello: nella circostanza, peraltro, alcuni componenti della banda, sorpresi dai sistemi di allarme e dal successivo intervento della Polizia del locale Commissariato, erano costretti a darsi ad una rocambolesca fuga ed a nascondersi in casolari di campagna prima di essere recuperati da complici arrivati appositamente da Palermo con un borsone di abiti puliti necessari per eludere i controlli delle forze di polizia.

Sulla scorta di tali corpose acquisizioni investigative, la Procura della Repubblica di Patti ha richiesto ed ottenuto dal Gip dello stesso Tribunale l’ordinanza cautelare eseguita stamani. Analogo provvedimento è stato emesso dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Messina su richiesta della Procura Minorile peloritana, Sostituto Procuratore Andrea Pagano, a carico del minore di nazionalità rumena, già collocato in una struttura di accoglienza, rivelatosi coinvolto fattivamente nei colpi ed indicato dai complici come “spiderman”, per le differenziali capacità atletiche che lo rendevano agilissimo ed idoneo alle incursioni nelle case violate.

L’operazione della Polizia di Stato ha fermato la pericolosissima banda criminale in un momento di piena attività ed in cui non si esclude che stesse organizzandosi per elevare ulteriormente il livello di aggressività e pericolosità della sua azione, indirizzandosi su modelli di devianza criminale di attualissimo allarme sociale quali quelli connessi al fenomeno internazionale di avvistamenti di autori di crimini vestiti da Clown.

Tra le conversazioni intercettate dagli investigatori del Commissariato di Patti se ne evidenziano indicanti l’intento di alcuni componenti della banda (in particolare un rumeno) di reperire tute bianche del tipo da imbianchino nonché parrucche e maschere da clown, destinate esplicitamente ad essere indossate in azioni illecite. Indicative della circostanza, del resto, le stesse immagini che campeggiavano sui profili facebook degli indagati in concomitanza con le stesse conversazioni telefoniche.

Durante le perquisizioni domiciliari effettuate stamani dai poliziotti è stata rinvenuta una pistola calibro 6,35 con relativo munizionamento, due pistole giocattolo e la somma di 3.000 euro.

Operazione Linea d’addio, pistola e munizioni

Operazione Linea d’addio, pistola, munizioni e soldi sequestrati