Canicattì, sequestro beni Marturana: “Soldi e usura col lasciapassare della mafia” (Video)

E’ corso la conferenza stampa riguardante il sequestro beni per un ammontare complessivo ad oltre due milioni di euro (case, terreni, auto e conti bancari) sono stati sequestrati a Gaetano Gioacchino Mario Marturana, 51 anni e Roberto Marturana, 38 anni; mentre per i beni intestati a Filippo Marturana, 47 anni e la loro madre Angela Luvaro, 74 anni, tutti di Canicattì il Tribunale ha deciso per il rigetto.

L’operazione è stata effettuata congiuntamente dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza di Agrigento.

Nella conferenza stampa il Questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, ha dichiarato: “La collaborazione tra le forze dello stato e’ fondamentale. Ci auspichiamo che questo avvenga anche nel Tessuto sociale e nella parte di popolazione civile”.

Il colonnello Massimo Sobrà, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento: ” La squadra Stato deve necessariamente lottare contro fatti di sangue e violazioni di diritti del cittadino ma poi deve parallelamente spostarsi sul piano del contrasto alla creazione di capitali illeciti. Questo perché togliere patrimonio alla criminalità organizzata o, come in questo caso, ad usurai come emerso nel l’operazione “Tie break” significa cercare di ripristinare le condizioni di libera concorrenza e libero mercato che devono contraddistinguere una certa parte territoriale. 
Poter attingere a capitali sporchi alterano l’intero mercato con il rischio di andar a far morire o impedire la crescita degli imprenditori onesti che si muovono all’interno delle regole di mercato. Il sequestro odierno non attiene tanto imprese perché sostanzialmente si tratta di beni immobili. Ma la spogliazione dei criminali ed il loro sequestro di beni e’ una pietra che si poggia per far partire l’economia della zona”.
Giovanni Giudice, dirigente dell’anticrimine della Questura di Agrigento: “In questo caso l’operazione e condotta davvero dallo Stato. L indagine parte nel lontano ’98 per usura a Canicattì e furono condotte dalla squadra mobile e dal commissariato di Canicattì. Il questore ha eseguito questa misura che è stata accetta quasi in Toto dal tribunale di Agrigento. Queste disponibilità patrimoniale sono state realizzate attraverso il delitto. Marturana e’ il vero promotore, violento è determinato. Commetteva attentati contro vittime di usura e gravitava all’interno del territorio criminale di Canicattì. Uno dei suoi sodali e’ Calogero Ciulo, ucciso  a Canicattì nel 2013. Pur non essendo mafiosi appare quasi scontato che questo soggetto abbia un lascia passare anche dalle consorterie mafiose presenti in quella zona. Occorre fare una riflessione, la nuova frontiera e’ quella di colpire i soggetti non contigui all organizzazione mafiosa ma che comunque si sono creati una nicchia in cui guadagnano illecitamente. Il nostro compito è’ quello di scovarli perchè molte volte sono loro stessi i prestanome dei mafiosi. Quasi tutte la richieste del questore sono state accolte e quelle non approvate dipendono da un limite temporale”.