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Estradato boss trafficante di uomini: in azione anche la Squadra Mobile di Agrigento

E’ stato estradato in Italia Mered dalla Repubblica del Sudan Yehdego Medhane, l’eritreo 35enne ritenuto tra i principali boss della tratta di migranti. L’operazione è frutto di una lunga, proficua e riservata collaborazione tra i servizi di intelligence del Sudan, supportati da elementi della National Crime Agency del Regno Unito, la Procura Distrettuale di Palermo e il gruppo di lavoro della Polizia di Stato (costituito da investigatori del Servizio Centrale Operativo, nonché dalle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo) che, da alcuni anni, opera nel contrasto al traffico di migranti nella Sicilia Occidentale. Mered è ritenuto uno dei principali trafficanti di migranti operanti sulla rotta libica-subsahariana, destinatario di un provvedimento cautelare emesso nell’aprile del 2015. Il 10 aprile 2015, nell’ambito dell’inchiesta “Glauco 2”, la Procura Distrettuale di Palermo emise 24 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti cittadini stranieri, tra i quali Mered Medhanie Yehdego, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestine, aggravati dal carattere transnazionale del gruppo malavitoso. L’8 maggio 2015 fu stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di Mered, provvedimento esteso a livello internazionale. Tenuto conto del ruolo da egli ricoperto nel network criminale transnazionale dedito al traffico di migranti, nei suoi confronti è proseguita l´attività investigativa ai fini della cattura, anche dopo l’arresto degli altri sodali. Elemento di vertice del gruppo criminale transnazionale, ha diretto non solo le attività nel continente africano, ma ha anche mantenuto costantemente aggiornati i fiancheggiatori attivi in Italia sugli arrivi dei barconi, al fine di far proseguire i migranti nel viaggio per le destinazioni finali. Mered, nel corso dell’inchiesta, ha inoltre intrattenuto conversazioni con altri membri del gruppo operanti in diversi Paesi del Nord Europa, dalle quali sono emersi elementi relativi al suo ruolo di vertice. Le indagini, infatti, attestano il suo coordinamento con i trafficanti responsabili della “rotta terrestre” africana ed i contatti con i complici in Europa (in particolare nei Paesi Bassi e in Scandinavia), nonché gli ingenti profitti derivanti dalla sua attività criminale ed il disprezzo della vita umana dei migranti, apparendo cinico e spregiudicato. Il trafficante ha gestito migliaia di migranti, organizzando il successivo viaggio verso le coste italiane. Tale attività si è svolta ininterrottamente ed incessantemente dal 2012 fino alla sua cattura. Sono state captate inoltre diverse conversazioni telefoniche che hanno evidenziato come il Mered si sia particolarmente adoperato nel fare evadere, in diverse occasioni, numerosi migranti arrestati in Libia, previo pagamento di somme di denaro a cittadini libici in servizio nelle strutture carcerarie di quel Paese, al fine di trarne profitto, richiedendo poi un ingente compenso ai parenti degli stessi migranti. Mered ha manifestato più volte l´intenzione di allontanarsi dalla Libia, verosimilmente per recarsi in Svezia, dove vivrebbe sua moglie, soltanto dopo avere ottenuto documenti validi ed un sicuro “deposito” per le ingenti somme di denaro accumulate. La complessiva attività svolta ha messo in luce il ruolo di primaria importanza dell’eritreo nel traffico di esseri umani. In alcuni casi, Mered ha indicato ai sodali italiani la partenza e l’eventuale arrivo dei migranti; in altre occasioni, i parenti dei migranti hanno contattato Mered per avere notizie dell’esito della traversata intrapresa dai loro familiari. Obiettivo del gruppo criminale capeggiato dal Mered era quello di ottenere il massimo guadagno da ciascun migrante, costringendo i loro familiari al pagamento di ingenti somme di denaro, suddivise in varie “tranche”. Il compenso veniva corrisposto in merito alla prima fase del viaggio in Africa, successivamente per il trasporto via mare, a bordo di imbarcazioni fatiscenti ed, infine, per il raggiungimento dei Paesi del Nord Europa. La partenza verso la destinazione intermedia o finale viene “autorizzata” dall’organizzazione criminale solo dopo aver ricevuto il denaro. La preoccupazione principale era mettere al sicuro il tesoro accumulato. In particolare, la National Crime Agency è riuscita a sviluppare relazioni di tipo sia strategico che operativo con le Autorità sudanesi. Il rintraccio del latitante e la conseguente cattura sono stati resi possibili grazie ad una intensa opera di cooperazione coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo. L´operazione costituisce una svolta fondamentale nel contrasto al traffico di esseri umani.