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La Corte dei Conti chiede danni all’antimafia: “800.000 euro per danno da disservizio “

La procura regionale della Corte dei Conti diretta da Giuseppe Aloisio inizia a chiedere i danni. Ormai da diverso tempo la gestione dei beni confiscati alla mafia è sotto la lente di ingrandimento. A Luigi Turchio, amministratore giudiziario che si è occupato dei beni confiscati all’imprenditore Pietro Lo Sicco, è stato notificato un atto di citazione in giudizio con cui vengono chiesti 800 mila euro.

Per non aver riscosso gli affitti di numerosi appartamenti. E per aver causato un “danno da disservizio”, questo ipotizza per la prima volta il vice procuratore generale Gianluca Albo.

Un “disservizio” per l’antimafia, che sarebbe stato causato da quella che l’accusa definisce “l’inerzia” di un amministratore: a Turchio viene contestato di non essere entrato in possesso di un importante patrimonio che doveva passare allo Stato. Ammontano a quasi sei milioni di euro le indennità di occupazione degli immobili che non sarebbero state riscosse, quasi tutte però sono prescritte. Intanto, Turchio ha chiesto di essere ascoltato dalla procura della Corte dei Conti per controbattere alle contestazioni, ha depositato anche una corposa memoria. Ha spiegato che quelle abitazioni erano occupate da inquilini che avevano già stipulato un preliminare di compravendita con Lo Sicco, ma le sue argomentazioni non hanno convinto la procura.

Che rincara le accuse: dare valore a delle “scritture private non registrate” equivale a “recepire e mantenere l’assetto di interessi dell’imprenditore mafioso, fondato su pagamenti in nero e scritture private incerte non registrate, e come tali inattendibili”.

Luigi Turchio, commercialista che per anni ha rappresentato la lotta al patrimonio di Cosa Nostra, uno su tutti il San Paolo Palace appartenuto ai fratelli Graviano, oggi rappresenta un “caso”.  Turchio adesso è oggetto comunque di attenzioni da parte della magistratura contabile per la sua attività, la procura della Corte dei conti rileva che “non esiste alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria da cui desumere direttive a non riscuotere le indennità di occupazione”.

E siamo appena all’inizio per l’antimafia diventata un “disservizio”, sono una decina i fascicoli aperti dal procuratore Aloisio per la cattiva gestione dei beni sequestrati.