Licata, violenze e minacce: in aula la drammatica testimonianza dell’ex moglie

Cinque anni di minacce e violenze nei confronti della moglie.

Sono queste le accuse mosse nei confronti di Giuseppe Carità, 33enne di Licata, attualmente processato dal Tribunale di Agrigento (giudice monocratico, Alessandra Tedde).

Sul banco dei testimoni è comparsa questa mattina l’ex compagna, 28enne originaria della Russia, che ha raccontato con minuzia i giorni del suo calvario.

“Ci conosciamo nel 2009 e, nel 2010, ci sposiamo anche perché rimasi incinta di due bambini. Inizialmente il Carità non era violento ma si limitava ad attacchi più che altro verbali. Successivamente, però, anche a causa dei suoi problemi con la droga la situazione precipitò: insulti, schiaffi, minacce a volte anche in presenza della bambina. In principio, anche perché non ero esperta di queste cose, non capivo questo suo scaldarsi improvvisamente, questo suo essere nervoso. Poi, con il passare del tempo, capii che c’entrava la droga e ritrovai boccette di metadone, siringhe e vestiti insanguinati. Da lì ho capito che facesse uso credo di eroina e che, come poi da lui stesso confermatomi, andasse al Sert. Il fatto scatenante avviene con l’arresto del mio ex marito – che in quel momento era un sorvegliato speciale. Da quel momento chiedo la separazione legale, senza avvisarlo. Questa decisione non la prese benissimo e cominciarono ulteriori minacce. Una volta aggredì anche mia sorella che – vedendomi essere presa a schiaffi – intervenne in mia difesa. Fu spinta, cadde e dovette recarsi in ospedale.”

Al termine della deposizione la difesa ha chiesto l’esame per l’imputato per capire se realmente il Carità fosse capace di intendere e di volere.

Il giudice Tedde ha predisposto per il prossimo 14 giugno l’esame sull’imputato.