Operazione ‘Dirty cars’: scoperta banda che smontava e riciclava auto rubate (ft e vd)

Con l’operazione della polizia di Stato ‘Dirty cars’ è stata sgominata a Palermo un’organizzazione criminale dedita alla commissione dei reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti di sette persone, tre in carcere e quattro ai domiciliari.

Aldo Naso
Giuseppe Di Maria
Pietro Di Mariano
Rocco Tutone
Rosario Di Mariano
Salvatore Tutone
Tommaso Tutone

Ad essere colpiti dalla misura i componenti di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli nel capoluogo palermitano e nelle aree limitrofe. I tre uomini portati in carcere sono i palermitani Giuseppe Di Maria, 43 anni, Tommaso Tutone, 39 anni, Rocco Tutone, classe 1978.

I quattro finiti agli arresti domiciliari sono quattro palermitani: Pietro Di Mariano, 25 anni, Rosario Di Mariano, 45 anni, Aldo Naso, 44 anni e Salvatore Tutone, 63 anni.

Il sodalizio criminale, che aveva come base operativa un’officina meccanica nella zona industriale di Brancaccio, è stato individuato a seguito di una lunga e complessa attività di indagine sul fenomeno della ricettazione e del riciclaggio di veicoli. Le attività investigative si sono sviluppate attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali.Le indagini hanno accertato come il sodalizio criminale avesse scientificamente diviso i ruoli ai singoli sodali, attribuendo a ciascuno responsabilità diverse in ordine alla filiera criminale, che andava dalla ricettazione delle vettura allo smaltimento delle parti dei mezzi rubati non più utilizzati.A capo dell’organizzazione c’era il gestore dell’officina meccanica, Giuseppe Di Maria. Lì vicino era attivo un deposito, gestito sempre dall’uomo, dove venivano introdotti “diversi veicoli di provenienza delittuosa”. Qui il 43enne, insieme ad altri indagati, avrebbe messo a punto operazioni di riciclaggio, come lo smantellamento di veicoli i cui pezzi e organi meccanici venivano montati e riassemblati in altri veicoli identici per marca e modello, o comunque compatibili, con l’obiettivo di nasconderne la provenienza illecita.

Dalle indagini è emerso anche che anche una società ‘Onlus’ impegnata nell’assistenza e nel trasporto di disabili impiegasse veicoli frutto di riciclaggio. E’ stato, inoltre, verificato che, ad operazione ultimate, il gruppo provvedeva anche a disfarsi delle carcasse e di altro materiale non utilizzato avvalendosi di diversi soggetti estranei all’organizzazione, ma che mettevano i loro mezzi a disposizione per questo scopo.Gli agenti hanno trovato numero altre persone che si sarebbero rivolte alla banda per avere veicoli oggetto di riciclaggio o parti meccaniche da utilizzare come ricambi per le proprie esigenze, consapevoli della loro provenienza delittuosa. Sono stati così deferite in stato di libertà 17 persone. Durante le indagini è anche emerso come alcuni degli indagati siano stati coinvolti in reati estorsivi, perché in singoli episodi, mediante minacce, pretendevano e ottenevano dalle vittime di furti di veicoli, cospicue somme di denaro per la restituzione dei mezzi rubati, utilizzando il metodo del cosiddetto ‘cavallo di ritorno’.