Porto Empedocle, le uccisero marito e nipote, Maria Concetta Vecchia: “20 anni per avere nostri diritti”

Intervista a Maria Concetta Vecchia, moglie di Giuseppe Marnalo e zia di Stefano Volpe.
Dopo ventisette anni il Tribunale di Palermo ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcirvi, sancendo il vostro diritto di accedere al Fondo di solidarietà vittime di mafia. Come accoglie questa sentenza?

Con commozione e rabbia. Con commozione, perché pur essendo il nome di mio marito Marnalo Giuseppe e di mio nipote Volpe Stefano, da tempo inseriti nell’elenco delle vittime innocenti di mafia e pronunciato in occasione delle giornate della memoria, la negazione di acceso al Fondo delle Vittime di Mafia, costituiva un’offesa alla loro memoria che, finalmente, un Tribunale ha dissipato in modo definitivo, restituendo piena dignità alle vittime: Rabbia, perché dopo la sentenza penale che accertò la responsabilità e condannò gli autori della strage, sia io che mia sorella abbiamo dovuto aspettare vent’anni per vedere riconosciuto il nostro diritto, quindi, una nuova sentenza che condannasse lo Stato”.

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