Tentato omicidio plurimo a Canicattì, colpo di scena in aula: “E’ lui che mi ha sparato”

Non sono mancati di certo i colpi di scena questa mattina, nell’aula 16 del Tribunale di Agrigento, nell’udienza riguardante il tentato omicidio plurimo, avvenuto la sera del 16 settembre 2015, in contrada Coda a Canicattì.
Protagonisti di questa storia, con un rinvio a giudizio disposto nel marzo 2016 dal gip Francesco Provenzano, sono Giuseppe e Vincenzo Mongitore, padre e figlio di 61 e 32 anni, difesi dall’avvocato Meli, e di una delle vittime, Giuseppe Sorce, 28 anni, difeso dall’avvocato Porcello.
Sul banco dei testimoni, davanti alla presidente del collegio Luisa Turco con a latere Rosanna Croce e Vincenzo Ricotta, sono comparsi Giovanni Sorce, padre di uno degli imputati, e Giovanni Milana, amico del Sorce, rimasto gravemente ferito nella sparatoria del 16 settembre 2015.
Come si diceva non sono mancati i colpi di scena.
Soprattutto durante l’esame del teste Milana – effettuato dal sostituto procuratore Matteo Delpini titolare del fascicolo – sono emersi particolari interessanti sulla vicenda.
Milana, dunque, ricostruisce l’accaduto: “Il 16 settembre 2015, intorno le 21, ero con Sorce e ci stavamo recando presso la sua abitazione quando, all’interno del cancello, abbiamo notato la presenza di Mongitore padre e figlio. Non so quali siano stati i diverbi alla base ma ricordo che Giuseppe Mongitore alzò la maglietta facendo vedere una pistola e dicendo al Sorce che avrebbero dovuto parlare di alcune cose. Qualche istante dopo Sorce si allontanò per andare in bagno e quando fece ritorno aveva una pistola in mano. Il primo a sparare, però, è stato Mongitore Giuseppe che lo ha colpito facendolo cadere. Credo che anche il Sorce abbia risposto al fuoco non colpendo nessuno. Quando il Sorce fu colpito mi ritrovavo accanto a lui e, in fretta, cercai riparo dietro il portone. Un attimo dopo, prima che uscissero dal portone, Giuseppe Mongitore mi ha sparato colpendomi nel petto.”
Qui l’ennesimo colpo di scena. L’esame del testimone Milana viene interrotto dal presidente del collegio perché le dichiarazioni potrebbero essere auto-indizianti. Milana, già parte civile nel processo – difeso dall’avv.Lentini – riprende l’esame: “Ho incontrato Giuseppe Mongitore, circa 6 mesi dopo la sparatoria, in via Pirandello a Canicattì. Mi disse che gli dispiaceva per quanto accaduto e mi chiese anche di cambiare versione in aula su chi avesse sparato per primo. Io dopo esser stato colpito ho subito 3 operazioni e ancora oggi sono costretto a vivere con dei problemi.”
L’udienza riprenderà il 20 settembre prossimo data in cui verranno ascoltati altri due testi.

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