Uccise la moglie, stanco di accudirla, con un cuscino: arrestato (ft e vd)

Non fu morte naturale quella di Maria Visalli di 71 anni deceduta nella sua abitazione di via del Balduino a Catania lo scorso 13 agosto.

Gaetano Barra


 
Quella morte fu provocata dal marito Gaetano Barra di 61 anni, arrestato da agenti della Squadra mobile della Questura in esecuzione di una misura cautelare firmata dal Gip, Anna Maria Cristaldi, con l’accusa di omicidio con l’aggravante di avere commesso il fatto approfittando della “minorata” difesa della donna e per essere stato commesso con abuso delle relazioni domestiche.
La svolta dopo l’autopsia: furono i medici chiamati ad indagare dalla Procura a rivelare la morte per soffocamento, ma anche le dichiarazioni rese dallo stesso assassino e da sua sorella interrogata nell’immediatezza dei fatti nonchè dagli esiti delle intercettazioni, evidenziando come la donna sia morta per soffocamento procurato con l’interposizione di un mezzo soffice, probabilmente un cuscino.
Nella ricostruzione Barra ammette di non avere chiamato il 118 perchè stanco di accudire da solo la moglie malata: ad avvertire i medici fu la sorella dell’uomo che lui aveva chiamato per comunicarle che sua moglie stava male
Omicidio Visalli, arrestato Gaetano BarraLa misura cautelare compendia gli esiti di indagini, anche di tipo tecnico, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania (l’aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Fabio Regolo) e condotte dalla Squadra mobile – Sezione reati contro la persona – che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Gaetano Barra, emergenti dalla relazione dei medici legali, dalle dichiarazioni rese dallo stesso Barra e dalla sorella nell’immediatezza dei fatti nonché dagli esiti delle intercettazioni, evidenziando come la donna sia morta per soffocamento procurato con l’interposizione di un mezzo soffice.
In data 13 agosto, alle ore 14.00 circa, la centrale operativa del 118 di Catania riceveva una richiesta di intervento presso l’abitazione dei coniugi Gaetano Barra e Maria Visalli, sita in questa via Balduino.
Giunti sul posto, gli operatori sanitari trovavano il corpo della Visalli, privo di vita e appuravano che il decesso era avvenuto quantomeno nelle precedenti 6 – 8 ore, imputando la morte a cause naturali.
Gaetano Barra, marito della defunta, escusso a sommarie informazioni da personale della Polizia di Stato dichiarava che la moglie si era sentita male nel corso della serata del precedente 12 agosto e aveva la temperatura corporea particolarmente alta. A fronte di ciò, Barra aveva provato a somministrarle dei farmaci, ma costei non riusciva ad assumerli a causa di difficoltà nella deglutizione; inoltre non sembrava respirare e rigurgitava liquido di colore scuro.
Ciò nonostante, Barra si addormentava fino all’indomani, quando alle ore 6.00 circa, resosi conto delle condizioni della moglie, che appariva non respirare più, decideva comunque di proseguire a dormire. Solo verso le 13.30 si risvegliava e contattava la sorella per riferirle la situazione.
La donna riferiva di essere stata raggiunta telefonicamente dal fratello intorno alle ore 14.00 del 13 agosto e apprese le condizioni della cognata decideva di allertare il 118 che interveniva sul posto.
Barra, inoltre, dichiarava di non aver provveduto a chiamare i soccorsi in quanto si era stancato per un lungo periodo di assistenza alla moglie, di cui Barra si era dovuto prendere carico da solo.
Alla luce delle anomalie rilevate dagli investigatori della Mobile, il P.M. della Procura della Repubblica di Catania decideva di disporre l’autopsia sul cadavere e conferiva l’incarico ai medici legali i quali attestavano che la morte avrebbe potuto essere imputabile ad una compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice (lenzuola, coperte, cuscino).

I servizi di intercettazione, sebbene non consentivano di acquisire elementi palesemente dimostrativi delle responsabilità di Barra, tuttavia evidenziavano come questi avesse provato a costruire una versione dei fatti a propria discolpa, nel tentativo di fornire una spiegazione alla sua anomala condotta.
Espletate le formalità di rito, Barra è stato associato presso la casa circondariale di piazza Lanza a disposizione dell’A.G.