Operazione “Criminal drinks”: indagati agrigentini rispondono al Gip e respingono accuse

Rispondono al Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, i due indagati agrigentini fermati dalla Gdf nell’ambito dell’operazione “Criminal drinks” che l’altro ieri ha portato in carcere 16 persone.

Sia l’architetto di Favara Antonio Crapanzano, 54 anni che l’impiegato comunale Thomas Magrì di Campobello di Licata, 43 anni, hanno risposto oggi, durante l’udienza di convalida, al Gip, in presenza del pm, Andrea Maggioni e dei loro legali di fiducia, e si difendono affermando che di illeciti non sanno nulla.

Crapanzano ha affermato di avere solo affittato il magazzino e di non sapere nulla del suo effettivo utilizzo. Peraltro, ha specificato: “Non ero tenuto a controllare. E non sapevo cosa accadeva dentro il magazzino”.

Thomas Magrì, dal canto suo, ha ribadito la sua innocenza affermando di avere semplicemente redatto le bolle di accompagnamento e trasmetterle. Era pagato solo per questo. Magrì ha aggiunto: “Non ero tenuto a controllare se fosse stato dato corso ai trasporti”.

Sia Crapanzano che Magrì ad oggi sono in regime di arresti domiciliari concessi quasi subito dallo stesso Pm, Andrea Maggioni, che ne aveva disposto il fermo.

Adesso toccherà al Gip Zammuto adottare i provvedimenti del caso dopo l’udienza di convalida. Il magistrato si è riservato.

Nelle prossime ore sapremo se disporrà la scarcerazione o meno.