“Abusi sessuali durante visita”, resta ai domiciliari il primario racalmutese Adile

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha respinto istanza di ricorso presentata dai legali di Biagio Adile, primario del reparto di uroginecologia dell’ospedale Villa Sofia di Palermo ai domiciliare dal 2 novembre scorso con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una paziente tunisina.

L’ACCUSA. Avrebbe abusato sessualmente di una paziente in due occasioni: la prima presso lo studio del medico a Palermo e la seconda nell’ambulatorio dell’ospedale Villa Sofia-Cervello. In quest’ultima la vittima – una donna tunisina di 29 anni che si era rivolta al medico dopo più di dieci operazione non andate a buon fine nel suo Paese – avrebbe registrato tutto con il cellulare e poi presentato la denuncia.

E’ così che lo scorso 2 novembre la polizia in servizio presso la Procura del tribunale per i minorenni di Palermo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del ginecologo Biagio Adile, 65 anni, di Racalmuto. Nella tornata elettorale del 2014 – che vide poi trionfare Emilio Messana – il ginecologo si era anche candidato a guidare il “paese di Sciascia” con la lista “Rinasce Racalmuto” ottenendo il 15,60%, cioè 800 voti.

Il provvedimento è stato firmato dal gip Maria Cristina Sala su richiesta del sostituto procuratore Giorgia Righi e dell’aggiunto Ennio Petrigni.

Adile è stato sospeso dal servizio. Lo aveva reso noto la Direzione aziendale di Villa Sofia – Cervello, sottolineando che “avendo ottenuto dall’Autorita’ giudiziaria conferma delle notizie di stampa del provvedimento restrittivo, ha disposto la sospensione dal servizio del ginecologo Biagio Adile”.

IL RACCONTO. “Quella volta in cui io andai e si verifico’ il fatto per cui ho fatto denuncia erano presenti in ambulatorio tante persone. La segretaria non mi noto’ per cui io bussai alla porta del dottor Biagio Adile e lui mi rispose che dovevo aspettare. Fui ricevuta per ultima, quando gia’ l’ambulatorio era vuoto, era presente solo l’infermiera”. La seconda volta, temendo che il medico avrebbe riprovato ad abusare di lei, ha registrato col cellulare quanto accaduto. “Io sono disponibile, tu fai cosi'”, si sente nella prima parte della registrazione audio. E ancora “senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato”. La donna, dopo diverse operazioni subite nel suo Paese, si era affidata alle cure del medico palermitano. “Mi ha fatto capire che voleva che io ricambiassi – racconta la tunisina – Ricordo che era seduto sulla scrivania e io di fronte e mi chiedeva di avere un rapporto orale e un rapporto sessuale. Alle mie resistenze diceva: (nell’interrogatorio viene fatto sentire a questo punto il file audio ndr) ‘anzi devi ringraziare che ti ho fatto l’intervento, senza di me che facevi'”.