Agrigento, i Massimino restano in carcere: respinta richiesta di annullamento misura

Niente scarcerazione come chiedevano i difensori di Antonio e Gerlando Massimino 51 anni  e 26 anni – gli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri – al Tribunale del Riesame previo annullamento della misura della custodia cautelare in carcere.

Per il Gip, Antonio Massimino sarebbe “una figura dal potere ancora penetrante nel tessuto mafioso” mentre il nipote viene individuato come la sua “longa manus”.

Zio e nipote erano finiti in manette in seguito ad un blitz del 6 febbraio scorso dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento che, circondata la villa  di Antonio Massimino, hanno fatto irruzione trovando un mini arsenale: una pistola semiautomatica, calibro 7,65, con matricola totalmente abrasa e caricatore, con sei cartucce, due «penne-pistola» calibro 6,35, circa 200 cartucce e un rilevatore di frequenze.

Materiale sequestrato ad Antonio Massimino

L’avvocato Salvatore Pennica, aveva evidenziato come «Le videoriprese sono state eseguite nell’ambito di un altro procedimento e, con queste modalità, non sono utilizzabili» (dagli atti emerge che, già da novembre, la casa di Massimino era controllata con una telecamera nascosta)  e per Gerlando Massimino, in particolare, Pennica ha posto all’attenzione “l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”.

I giudici del Riesame hanno deciso diversamente confermando il provvedimento del Gip Francesco Provenzano, che aveva convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere come chiesto dal pubblico ministero Gloria Andreoli.