“Borgo Scala dei Turchi”, Fontana e Gucciardo denunciano Caristia

Fontana Domenico, quale responsabile nazionale per l’urbanistica e le politiche per il mezzogiorno, di Legambiente, Gucciardo Daniele quale vice presidente del circolo Rabat di Legambiente hanno presentato denuncia querela nei confronti di Caristia Gaetano, nella qualità di rappresentante della CO.MA.E.R. s.r.l. impresa costruttrice del “Borgo della Scala dei Turchi” perché con
piena consapevolezza ha diffuso notizie scientemente false, diffamatorie e calunniose ai danni dei sottoscritti, sapendoli totalmente estranei ai reati che lo stesso ha denunciato a loro carico e di cui ha diffuso ampia notizia a mezzo stampa, con deposito della denuncia presso il GIP di Agrigento nel procedimento a suo carico, danneggiandoli sia come rofessionisti e architetti, che come componenti dell’associazione Legambiente.
Gucciardo dichiara:-sono le stesse perizie giurate depositate dal signor Caristia, nella denuncia nei nostri confronti, che
dimostrano che alcuni edifici si trovano all’interno della fascia di inedificabilità stabilita nel parere rilasciato della Soprintendenza ai BB.CC. AA. di Agrigento. Non è il sottoscritto o l’arch. Fontana né, tanto meno la Legambiente, che hanno revocato le autorizzazioni o rinviato a giudizio il signor Caristia, questo è avvenuto perché gli organi preposti hanno effettuato i dovuti controlli anche rispetto alle cose da noi segnalate nel settembre del 2013.
Fontana aggiunge:- il fatto che il signor Caristia ci abbia enunciati appare strumentale poiché questo era finalizzato al tentativo non riuscito di far escludere Legambiente Sicilia come parte civile nel processo a suo carico che si sta svolgendo presso il GIP del Tribunale di Agrigento. A questo punto inviterei il signor Caristia a riflettere sulla strategia difensiva che con ogni probabilità produrrà come unico effetto un altro procedimento a suo carico per un reato ben più grave, la calunnia, ed un grosso risarcimento danni commisurato con la gravità delle sue accuse. Se fossi in lui non vorrei che questa strategia difensiva fosse, in realtà, orientata a regolare conti che nulla hanno a che fare con i fatti per i quali è sotto processo.