Ispettore della Polizia locale di Agrigento assolto dal reato d stalking

Il Tribunale dì Agrigento, in composizione monocratica, (Michele Contìni), all’udienza del 10.11.2015, ha assolto l’ispettore della Polizia locale L. V.dal reato di atti persecutori (stalking). L’ispettore si è affidato alla difesa dell’avv. Arnaldo Faro.
La vicenda prese l’avvio dalle denunzie che la sig.ra L. C, ex moglie dell’ispettore presentò ai Carabinieri di Agrigento prima ed alla Questura, lamentando, che dopo la separazione lo stesso l’avesse pedinata con lo scopo di incuterle timore ed ansia ed impedirle frequentazioni amicali
Nel corso del processo, durato oltre due anni, sono stati escussi numerosi testi, tra cui la stessa denunziante, i genitori della stessa e le figlie della coppia, una delle quali ancora minorenne; le stesse hanno deposto in conformità alle dichiarazioni accusatorie della madre, sostenendo che il padre le aveva minacciate in una occasione anche con la pistola che l’ispettore aveva in dotazione per ragioni connesse al suo servizio
La sig.ra L. C. si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avv. Tanja Castronovo.
All’esito dell’istruzione il Pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione dell’imputato per non essere stata raggiunta la prova della sussistenza del fatto, mentre l’avvocato Arnaldo Faro a conclusione della propria arringa difensiva nell’interesse dell’imputato ne ha chiesto l’assoluzione per assoluta carenza di prova in ordine alla sussistenza del fatti addebitati all’ispettore e per le gravi contraddizioni che erano emerse dalle deposizioni testimoniali dei testimoni che il difensore ha evidenziato. In particolare ha sostenuto che l’accusa della minaccia con l’arma era emersa per la prima volta soltanto in sede dibattimentale, mentre non era stata in precedenza né denunziata alla Polizia giudiziaria, né narrata dalla Sig.ra L. C. Al Tribunale civile, in sede del giudizio di separazione e nel ricorso che aveva introdotto tale giudizio.
Il Tribunale monocratico penale di Agrigento ha condiviso le tesi del difensore, assolvendo l’ispettore per insussistenza del fatto di reato.
Al termine dell’udienza l’ispettore L.V. ha esclamato “Giustizia è stata fatta. Sono uscito da un incubo, da un tunnel, nel quale sono stato attratto per le calunnie che mi sono state rivolte. Non c’è l’ho con le mie figlie, cui dò il mio perdono. Da adesso vivrò con maggiore serenità e con la consapevole e rinnovata certezza di essere una persona perbene ed un servitore del Comune e dello Stato che mai ha abusato della divisa , nè del ruolo che rivesto”.