Stato-mafia: teste, Mori rifiutò rinforzi per cattura Provenzano

“I rapporti tra il comandante del Ros Mario Mori e Sergio De Caprio, il capitano Ultimo, si raffreddarono. Tra il 1996 e il 1997 De Caprio era profondamente insoddisfatto, direi irritato. Aveva chiesto 30 uomini in piu’ per la ricerca e la cattura del latitante Bernardo Provenzano. Ma la sua richiesta non fu accettata”. Lo ha detto il colonello Massimo Giraudo, deponendo al processo sulla trattativa tra Stato e mafia, dinanzi alla Corte di assise presieduta da Alfredo Montalto. Giraudo – che ha gia’ deposto al processo contro Mori e Obinu (in cui i due alti ufficiali sono stati assolti anche in appello) – e’ stato convocato dall’accusa. Alla domanda del pm Roberto Tartaglia su chi avesse opposto il no, Giraudo ha detto: “il responsabile del Ros era Mori. Il no fu Di Mori. Non posso dire le ragioni del rifiuto – ha aggiunto Giraudo – anche perche’ De Caprio non me le disse e, poiche’ De Caprio era molto irritato, non avendo tale confidenza, non glielo chiesi”. Successivamente Giraudo e’ transitato al Sisde. Rientrato nei ranghi dell’Arma, tra il 2007 e il 2008, aveva necessita’ di effettuare alcune verifiche Nos (nulla osta di sicurezza) e provo’ attraverso il prefetto Mori: “che in quel periodo si occupava di sicurezza – ha spiegato – per conto del comune di Roma, sotto la guida del sindaco Gianni Alemanno. Mi fu detto di rivolgermi a De Caprio perche’ i ‘rapporti’ tra loro erano ripresi”.